SUPERMARIO, LA RESURREZIONE MONTELLA, LA GARA PERFETTA E ADESSO VENDETTA-JUVE
Ora possiamo, ora torniamo a chiamarlo Supermario. E’ davvero lui, quello vero, le due reti sono delle sue, uguali a quelle che lo hanno fatto diventare quel campione e quel goleador che la Fiorentina ha comprato quasi due anni fa per diventare ancora più grande. Ci siamo. Questa semifinale conquistata con il gioco e la strategia di un Montella in gran forma, è si la vittoria di una squadra, ma è soprattutto la resurrezione di Gomez.
Dopo averlo atteso per tanto tempo, per colpa dell’infortunio, per l’inserimento nel campionato italiano, ci eravamo quasi arresi. Pure la Fiorentina temeva davvero che il blocco psicologico e tecnico fosse irreversibile. E’ successo (purtroppo) a tanti altri giocatori. L’operazione Gilardino, e altri contatti di mercato che ci sono stati, erano proprio il segnale di un timore e di un pessimismo diffusi. Anche Montella (ricordate le sue parole?) a un certo punto ha temuto davvero di non ritrovare il campione che Gomez era stato. Smentiti tutti.
Per fortuna della Fiorentina e per carattere suo, Gomez ce l’ha fatta. E’ la magia e anche la sofferenza del ruolo, l’attaccante vive per il gol, quando non segna gli sembra di essere inutile, di non saper più giocare, si perde. E’ successo anche a Marione. Ora che la Fiorentina e il calcio l’hanno ritrovato è il momento di goderselo e di puntare nuovamente su tutti i traguardi. La squadra c’è sempre stata, ora c’è anche chi fa i gol. Ma l’ultimo applauso va a quei tifosi (tantissimi) che per simpatia, perché avevano capito il dramma dell’uomo, non hanno mai lasciato solo il tedescone. Un investimento sulla persona che ha pagato.
La vittoria sulla Roma non è solo Gomez, ma anche la partita perfetta di Montella. Aspettava da sempre questo trionfo, non ce l’aveva mai fatta a superare la sua ex squadra. Il momento è arrivato, ma si sentiva a pelle. Montella ha tradotto la sensazione in una strategia vincente.
La prima intuizione è stata quella di giocare con Badelj e Pizarro, non un doppio regista, ma il croato fruttato per interrompere le linee di passaggio della Roma e per occuparsi di Totti fra le linee. Centrocampo più fisico, mossa vincente, il lancio di quaranta metri per Pasqual sul primo gol è fantastico, e la dimostrazione che i giocatori hanno solo bisogno di giocare…Badelj non è poi così male come sembrava in viola. Anzi.
Giusto anche far giocare Diamanti e non Babacar. Alla coppia Baba-Gomez non abbiamo mai creduto, fra l’altro Baba non ci sembra in gradi condizioni. Montella ha optato per Diamanti perché torna molto ad aiutare il centrocampo, è più dinamico, salta l’uomo e "vede" anche il gioco.
Ottimo pure l’impiego di Savic (un gladiatore) come guida della difesa. In altre occasioni il vice Gonzalo lo aveva fatto Basanta, ma Savic ha più velocità, legge meglio l’azione. Scelta giustissima e la dimostrazione che anche senza certi pilastri, la Fiorentina ha un organico duttile e all’altezza di ogni situazione.
Montella ha adottato la strategia giusta, aspettare e tenere il ritmo basso nel primo tempo, chiudendo gli spazi e stoppando le avanzate di Maicon e Cole. Ha studiato bene la Roma, ha visto che i giallorossi non stanno bene fisicamente (soprattutto Totti) e allora meglio alzare il ritmo nella ripresa. Così ha fatto la Fiorentina e quando un grande Pasqual ha deciso di andare ad attaccare un esausto Maicon, per la Roma è stata la fine. Quando la Fiorentina ha alzato il ritmo e verticalizzato di più allungando la Roma, ha preso la partita in mano.
Un bel segnale della Fiorentina per la coppa Italia, un trofeo inseguito a lungo da Andrea Della Valle che detto tra noi lo meriterebbe, ma anche per il campionato. La Viola può battere chiunque e la sfida in semifinale con la Juventus è quanto di meglio c’era da augurarsi. L’anno scorso in Europa League la Fiorentina uscì immeritatamente, questa è la grande occasione per la rivincita delle rivincite. Tra un mese la Fiorentina potrà ancora crescere, aumentare l’autostima e l'inserimento dei nuovi darà altre soluzioni. Grande notte, dunque.
Pensierino della notte: nessuno ha ricordato Cuadrado. Certi giocatori, non siamo pazzi, meglio averli che non averli, ma quando vanno via e non te ne accorgi è un segnale straordinario. La dimostrazione che quando viene prima la squadra e il gioco di squadra rispetto ai giocatori, tutti possono essere sostituiti e il prodotto non cambia. Questa è la forza della Fiorentina, ma adesso vogliamo l’ultimo scalino, quella continuità di risultati e di atteggiamento che a volte mancano. La Fiorentina di ieri sera, matura e consapevole dei suoi limiti, ma soprattutto della sua forza, allarga l’orizzonte del campionato e della stagione. Siamo fiduciosi: ci siamo.
Twitter@EnzoBucchioni