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TANTO DOLORE E UNA RIVINCITA DA PRENDERSI A PRAGA

di Tommaso Loreto

Sì, negli almanacchi si ricorderà soltanto la nona Coppa Italia dell’Inter mentre la dodicesima finale dei viola va in archivio rendendo pari il conto dei trionfi e delle delusioni. Meglio dirselo subito, anche per affrontare prima possibile il dolore che resta dentro al termine dei 90 minuti di ieri a Roma. Perchè prima di qualsiasi riflessione è impossibile far finta che la Fiorentina non se la sia giocata alla pari dell’Inter, anzi forse meglio, e perchè il sapore amarognolo che resta in bocca sembra assai vicino al retrogusto rimasto per un paio di finestre di mercato in cui in difesa, o in attacco, o anche in porta, si poteva cercare qualche certezza in più.

Però al fischio finale di una gara come quella dell’Olimpico dare addosso alla Fiorentina, a tutta la Fiorentina, non sarebbe giusto. In primo luogo perchè essere arrivati fin qui, al primo di due traguardi impensabili, era già stato un grande merito di tecnico e squadra e poi perchè a un passo dalle 60 partite stagionali i viola hanno continuato a spingere fino all’ultimo, arrivando anche a un passo da quel gol che avrebbe allungato la sfida ai supplementari. Lo stesso Italiano ha provato a metter mano alla squadra nel momento difficile, e se Jovic si fosse riscoperto killer d’area di rigore avrebbe pure avuto ragione.

Mentre in campo resta l’Inter a festeggiare resta negli occhi l’invasione viola della Capitale, la coreografia spettacolare che ha colorato la Curva Sud, un popolo viola di nuovo unito e compatto che ha provato a spingere la squadra oltre ogni ostacolo. Non è bastato, e fa male, questo è indubbio, ma la nottata dell’Olimpico rimane l’esempio di come un gruppo abbia provato a regalare una gioia ai propri seguaci, e di come un presidente arrivato soltanto 4 anni fa abbia voluto difendere e coccolare la sua squadra.

Stanotte converrà andare a dormire senza pensare a cosa sarebbe potuto capitare, ma anche sognando ancora. Perchè la Fiorentina sconfitta ieri è la stessa che il 7 giugno a Praga si giocherà la Conference League, e perchè anche se fa malissimo questo k.o. il gong della stagione non è ancora suonato. Ed è possibile rialzarsi, per andare a prendersi la giusta rivincita tra qualche giorno in Repubblica Ceca.