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TANTO ORIENTE E POCO OCCIDENTE: VIAGGIO NELLA SCONOSCIUTA SIVAS

di Redazione FV
Fonte: dal nostro inviato a Sivas (Turchia) A. Giannattasio

Il muezzin, dall’alto del suo minareto, inizia ad intonare il suo canto melodico per richiamare i fedeli alla preghiera già alle 5:30 del mattino e lo farà altre quattro volte nel corso della giornata. Benvenuti a Sivas, città antica (è stata fondata dagli ittiti e nel corso dei secoli ha avuto una forte contaminazione ellenistica e poi romana) alle porte tra oriente e occidente ma che di europeo non ha davvero nulla. Normale visto che attualmente la Turchia non fa ancora parte dell’Unione (è membro associato della Comunità economica dal 1963 e ormai dal 1987 ha fatto richiesta di aderire all’UE) eppure, rispetto ad altre città turche, è proprio da queste parti - nel cuore dell’Anatolia - che si respira l’autenticità della cultura ottomana. Non è forse un caso che pochissimi sappiano parlare fluentemente inglese e che - al sentire parlare italiano - la domanda più ricorrente sia: "E voi che ci fate qui? Ah già... la partita".

Di antico, tuttavia, non è rimasto nulla. O comunque davvero poco. Se si eccettua la centralissima Madrasa Buruciye (scuola coranica del XIII secolo) e relativi spazi religiosi collegati nei dintorni, c’è ben poco da vedere all’interno di una città che, al di fuori dell’altipiano, è nota soprattutto per il Sivas kebabi, ovvero una varietà di kebab originaria di Sivas a base anche di spinaci. Tra gli edifici più moderni della città (tappezzata in ogni dove di bandiere turche e da gigantografie di Mustafa Atatürk) c’è poi il nuovissimo stadio “4 Settembre”, realizzato tra il 2013 e il 2017 e che può contenere fino a 27mila spettatori. Per capire la bellezza di questo piccolo gioiello (una sorta di mini Allanz Arena) basta affidarsi alle sensazioni della dirigenza della Fiorentina non appena entrata sul terreno di gioco: “Persino a Sivas c’è un impianto migliore di quelli in Italia” è stato il commento. E come dargli torto. 

A tutto questo, ovviamente, fa da sfondo la partita di questa sera (fischio d’inizio alle 18.45 italiane) tra il Sivasspor e i viola, gara che per entrambe le formazioni può potenzialmente avere un valore emblematico: i turchi non sono infatti mai arrivati nella loro storia ai quarti di una competizione Uefa, esattamente come la Fiorentina dell’era Commisso che punta con decisione all’ultimo atto del torneo. In città, per il momento, non si respira un attesa palpitante in vista della partita (c'è semmai un po' di fastidio per come sono maturati i ko contro Karagumruk e Istanbulspor in campionato) eppure la sensazione è che il pubblico sugli spalti giocherà ugualmente un ruolo fondamentale per spingere verso il successo i padroni di casa. La Fiorentina ne è conscia, non sarà una passeggiata. Ma vuole a tutti i costi essere nell'urna di Nyon, domani.