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TATTICA E MACIGNI

di Tommaso Loreto

Tempi difficili, o meglio precari, quelli che vive la Fiorentina. A metà strada tra la voglia di futuro, un presente che impone di affrontare le ultime otto gare dell'anno a mille e un passato tornato a fare capolino. Perchè dopo le uova pasquali che preannunciano cambiamenti in società, sono arrivati i ricordi di Montella a rinfocolare vicende nemmeno troppo lontane. Parole puntite, quelle arrivate dall'ex tecnico viola, che toccano nervi scoperti, perchè già toccati in altre annate. Quando, per inciso, taluni cicli sono giunti al termine.

Senza entrare troppo nel merito di quanto riferito da Montella, esercizio ripetuto nella giornata di ieri praticamente da tutti, varrà tuttavia bilanciare le versioni del tecnico con quanto poi abbia fatto quella stessa squadra definita al capolinea. Perchè in una sorta di risposta che il gruppo ha fornito, Borja Valero per primo, la prima parte di stagione ha testimoniato una rinascita che probabilmente nessuno avrebbe pronosticato. In altri termini, se non si fatica troppo a immaginare le difficoltà con le quali si è scontrato l'Aeroplanino, è altrettanto lampante che la stessa Fiorentina ha fatto molto per metterlo in luce sul mercato delle panchine, consegnandogli ad esempio una squadra che non era poi così alla frutta.

Riconoscerlo sarebbe stato probabilmente meno velenoso rispetto a quanto accaduto 24 ore fa, anche se indubbiamente la stessa tattica può aver avuto i suoi fondamenti. La sua Sampdoria, d'altronde, non può che guadagnare da un ambiente come minimo convalescente dopo una sosta in cui si è parlato di tutto fuorchè della gara di domenica. Anche in questi termini, probabilmente, è da leggere l'intervento di Montella che certo ha lasciato poco spazio all'immaginazione in merito alle dinamiche interne alla società. E non solo alla luce di qualche macigno che, evidentemente, da tempo pesava sullo stomaco di un tecnico che, al di là di come sia finita, ha scritto pagine importanti di storia viola.