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TELEFONATE, CONSIGLI E DIALOGHI PRIVATI: RAF E UN RUOLO DA PSICOLOGO

di Andrea Giannattasio

Tutti sullo stesso piano. Nessuna gerarchia, nessuna classifica stabilita in base a età, esperienza o simpatie. L’approccio che Raffaele Palladino ha avuto con tutti i giocatori presenti nel ritiro del Viola Park è stato identico per ogni componente della rosa: prima la telefonata durante le vacanze per capire stimoli, inclinazioni e voglia di mettersi alla prova di nuovo con la maglia viola (sembrerà scontato ma dopo tre sconfitte in finale in appena un anno di tempo non è un aspetto da sottovalutare, vista la zavorra di delusione), poi il lavoro sul campo con consigli specifici nel corso delle sedute (corsa, postura, movimenti e intensità) e infine, la sera o durante i pasti insieme, dialoghi fitti con i singoli calciatori. Per conoscerli, entrare nella loro testa e stimolare i punti giusti del loro orgoglio.

COME UNO PSICOLOGO - Un Palladino formato psicologo che sembra aver fatto breccia nel cuore di tutti. E che, sotto questo aspetto, pare aver già rimarcato la distanza rispetto a quello che in questi anni è stato il modus operandi di Vincenzo Italiano. Per carità, anche l’attuale allenatore del Bologna ha sempre avuto un rapporto diretto con i propri calciatori eppure, rispetto a chi da poche settimane ha preso il suo posto, raramente amava concedersi a confronti franchi o privati, preferendo piuttosto arringhe collettive e, in molti casi, più “crude” nei toni. Un metodo diverso che, per ciò che riguarda l’ultimo triennio, ha portato al raggiungimento di traguardi di spessore (tre qualificazioni in Europa e altrettante finali sono lì a testimoniarlo) ma che è stato del tutto stravolto con l’avvento del tecnico ex Monza.

FOCUS SUI BABY - A colpire, in particolare, è stato fin qui il filo diretto che Palladino ha instaurato con i giovani, una categoria che non ha mai del tutto acceso la passione di Italiano: se c’è infatti una cosa che in questi primi giorni di lavoro al Viola Park ha stupito è l’attenzione che il mister - che solo fino a pochi anni fa allenava nel settore giovanile - sta rivolgendo dentro e fuori dal campo ai ragazzi, specie a quelli reduci dalle prime esperienze tra i professionisti che sanno di giocarsi chances importanti per la loro permanenza in viola. È il caso di Lucchesi, Amatucci, Bianco e Distefano per i quali “Raf” ha spesso avuto parole di elogio (in caso di belle giocate) o di conforto (di fronte a un errore). I rapporti vincenti si costruiscono anche e soprattutto così.