TENTATIVO ESTREMO
Da due giorni a questa parte l'ambiente Fiorentina è in fibrillazione per l'arrivo di Gennaro Gattuso in panchina e si sprecano già i voli pindarici, con le speranze di un popolo ad accompagnare il lavoro che sarà. C'è però da giurarci, il mister di Corigliano Calabro sta già cominciando a valutare chi sia più o meno ideale alla sua idea di calcio, con un connubio tra lui e la dirigenza che dovrà essere totale e totalizzante, onde evitare le disavventure portate in dote da una stagione, quella appena conclusa, resa incerta anche dalla costruzione di una rosa che appariva tale.
Nikola Milenkovic non è uno di quei giocatori che lasci andare via a cuor leggero. Neanche se reduce da un paio di stagioni - con l'eccezione rappresentata da alcune settimane e/o partite - non così buone come forse ci si aspettava, in alcuni periodi con la testa che ai più sembrava già altrove. L'arrivo di Gattuso però è un terremoto e la scossa è democratica, tocca tutti. Specie chi sta più in alto. Chiedere per credere a Dusan Vlahovic, uno dei primissimi nella rubrica dell'allenatore ad essere contattato per dirgli che sì, ha effettivamente stupito tutti segnando 21 gol, ma anche che il suo futuro, almeno quello a breve gittata, non può che essere nella sua Fiorentina, quella che ambisce a tornare dove le spetta. Tra le nobili d'Italia. Oltre all'attaccante principe, per esempio, si racconta di un contatto anche con Ribery.
Un discorso simile è stato già fatto, o comunque sarà presto posto all'attenzione di Milenkovic. Il centrale classe '97 è effettivamente uno dei prospetti più in auge in Italia per quanto riguarda il suo ruolo: nonostante non abbia ancora 24 anni (li compirà a ottobre) è ormai titolare da diverse stagioni e ha 133 presenze nella Fiorentina, di cui rappresenta un solido riferimento da tempo, nel bene e nel male. Gattuso proverà un ultimo, estremo tentativo per provare a cambiare quella che sembra una traiettoria già delineata in uscita, almeno agli occhi di molti, anche e soprattutto dopo l'intervista al sito ufficiale declinata al passato e con toni tra il malinconico e il tenero salutarsi. Se neanche il suo intervento cambierà le carte in tavola, sarà addio, senza rancori, con le pretendenti che non mancano. Conditio sine qua non, però, sarà una proposta economica degna di un profilo per il quale, soltanto pochi mesi fa, si parlava di almeno 30-35 milioni di euro. Oggi, tra svalutazione base e contorno economico falcidiato dal Coronavirus, non potranno essere più così tanti, ma neanche troppi meno.