TENTAZIONE GOMEZ
Il problema viola in questa prima fase di campionato è uno, fondamentalmente, e non è certo di poco conto per una squadra esaltata in passato per il gioco spiccatamente offensivo: i gol non arrivano. Se da un certo punto di vista spiegare tutto con le assenze di Gomez e Rossi potrebbe essere riduttivo è evidente, e Montella è il primo a saperlo, come il singolo campione possa arrivare spesso dove il collettivo nei momenti di appannamento non riesce: cresce così a dismisura la voglia di rivedere in campo Mario Gomez, sperando in una continuità fin qui solo sognata a Firenze. E il mister viola, stavolta neanche troppo tra le righe, ha ammesso in conferenza stampa, prima della sfida contro l'Udinese, questo forte richiamo esercitato dal nome del bomber tedesco: "Sta bene, si è allenato con la squadra, la tentazione ce l'avrei". Ma, come sempre, c'è un ma: difficilmente il tecnico viola ha abituato a gettare nella mischia elementi reduci da infortunio ed emblematico è in tal senso il caso di un altro tedesco come Marin, arrivato in estate e ritenuto pronto per l'esordio solo nella partita della scorsa settimana contro il Paok, nonostante si fosse ristabilito già da tempo.
La tentazione che rimbalza nella mente di Montella, dunque, sembra destinata a restare tale, una sorta di pazza idea che si scontra con una realtà di prudenza e di passi graduali. Dopo aver lanciato il sasso, dicendosi intrigato dall'idea di convocare il tedesco già per domani, il mister gigliato ha subito riportato tutti sul piano per lui più consueto dell'equilibrio: dieci giorni, il minimo sindacale secondo Montella, sarebbe il tempo necessario per avere un Gomez a tutti gli effetti disponibile. Ripercorrendo la storia degli infortuni viola, e dei rientri successivi, non sorprende che la parola d'ordine sia prudenza e curiosamente, come nel caso di Marin, anche il tedesco viola più atteso potrebbe rivedere il campo contro il Paok di Salonicco in Europa League il prossimo 6 novembre. Oltre il solito equilibrio e le solite attese, però, emerge adesso una nuova certezza: Montella aspetta Gomez più di chiunque altro e, nella sua testa, il rientro del centravanti tedesco rappresenta il primo crocevia nella ricerca del gol perduto.