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TIFOSI-FV, In 50.000 per il ritorno di Baggio

di Stefano Borgi
Stefano Borgi

Leggiamo da un qualsiasi album Panini: Fiorentina AC 1926, campo di giuoco Stadio Comunale (m 106,5 x 69,10), capienza 68.800 spettatori. Questo, prima di Italia '90. Dopo la discussa kermesse mondiale, lo stadio di Firenze prenderà il nome di Artemio Franchi, vedrà sparire la pista d'atletica, e sopratutto passerà da una capienza di quasi 70.000 spettatori ad una di 46.389. Avete capito bene, 23.611 spettatori in meno. Ciò nonostante, lo stadio di viale Fanti per la Fiorentina è sempre stato (detto senza la minima retorica) il dodicesimo uomo, il fattore capace di condizionare risultato e prestazioni contro qualsiasi avversario (meglio se a strisce bianconere). Un nemico imbattibile insomma, insormontabile, per chiunque provasse ad espugnare il "fortino" viola. Eh già, la parola fortino... che tanto piace ai tifosi, con il quale si simboleggiava il potere viola tra le mura amiche. Eppure un tempo il fortino non era un'invenzione giornalistica, esisteva davvero. Eccome! Sia nella prima, che nella seconda repubblica. Ricordiamo allora i 65.000 per un Fiorentina-Anderlecht del 24 ottobre 1984 (andata dei sedicesimi di coppa Uefa) quando la "Fiesole" disegnò una coreografia con bengala e fumogeni che illuminarono la notte fiorentina, e Socrates che regalò l'illusione di una vittoria contro (gli allora) fortissimi belgi. Che dire, poi, dei 60.000 che il 4 aprile 1982 sotto un sole battente, attesero invano un gol contro l'odiata Juventus per un sogno chiamato "terzo scudetto". Fino al record dei record (era il 26 novembre 1969) quando erano in 71.000 (ben oltre il consentito...) ad assistere al ritorno degli ottavi di coppa dei Campioni tra Fiorentina e Dinamo Kiev. Tre partite, (ahimè tre pareggi, solo l'ultimo portò qualcosa di buono) che testimoniano l'amore di Firenze verso la Fiorentina, la capacità di trasformare lo stadio in un "catino", in una "bolgia", quella che vogliamo vedere sabato alle 20,45 contro il Milan. Per questo Firenzeviola.it lancia un appello a tutta la città, perchè si ripeta quella cornice di pubblico indispensabile per spingere i ragazzi di Delio Rossi alla vittoria.

Più o meno come successe il 6 aprile 1991, data di Fiorentina-Juventus, giocata di sabato alle 16. Vogliamo partire da qui per ricordare i trionfi più belli della storia viola. Si era in 50.000 cuori viola, forse di più, anche quella volta ben oltre la capienza, e di quella partita mi restano indelebili (oltre al risultato e a mille altre cose) tre immagini: la coreografia della "Fiesole" raffigurante i monumenti di Firenze. In un ideale classifica...la più bella, la più commovente, una sorta di "Pulitzer" del tifo, per fantasia, dedizione, amore verso i propri colori. Verso la propria città. La seconda sono i gradoni dello stadio che tremano, lo spostamento tellurico di tutto il "Franchi" al momento del coro: "E chi non salta, è bianconero, oh, oh, oh..." sulle celeberrime note di "Bella Ciao". Curioso (e forse voluto) l'accostamento tra il noto canto partigiano e la ribellione, la rivalsa verso il potere costituito, rappresentato dalla Juventus di allora. Un movimento d'insieme, un'onda compatta che simboleggiava l'unione di forze e d'intenti tra squadra e tifoseria. La terza immagine beh... Non c'è gol di Fuser (bellissimo, importantissimo), non c'è rigore parato da Mareggini (idem come sopra) che tenga... Roberto Baggio che sotto la tribuna raccoglie la sciarpa viola, la mette al collo, saluta i suoi ex-tifosi... I brividi sono gli stessi, a distanza di vent'anni. Ne ricorderemo ancora (seguiteci nei prossimi giorni...) nella speranza che Fiorentina-Milan di sabato sera riproduca lo stesso entusiasmo, la stessa passione, l'identica voglia di tifare Fiorentina. Una bolgia, il "fortino" che ritorna... comunque vada, sarebbe già un successo.


Fiorentina-Juventus, il video di Firenzeviola.it fatto direttamente dalla curva