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TRA CABALA E PORTAFORTUNA: MILENKOVIC È PRONTO A RIPRENDERSI LA SCENA

di Andrea Giannattasio

Da quella panchina “punitiva”, sembra aver proprio imparato la lezione. Non che ci fosse tanto da capire per Nikola Milenkovic, che tuttavia - un mese fa - sentiva proprio la necessità di “staccare” la spina per concentrarsi su se stesso (lui che ogni volta, prima di una gara, effettua esercizi di meditazione, come gli ha suggerito il suo mental coach). Oggi il serbo che si appresta ad affrontare la partita contro la Roma è però un giocatore del tutto diverso. Un elemento ritrovato che al cospetto dei giallorossi conta non solo di confermarsi il baluardo difensivo che per larghi tratti delle stagioni passate è stato ma anche di trovare il primo gol stagionale che mai da quando gioca in Italia - fatta eccezione per la prima annata, visto che Nikola esordì in A solo poco prima di Natale - era tardata così tanto ad arrivare.

La Roma e l'Olimpico sono oltretutto un avversario e uno stadio che gli portano discretamente bene. I giallorossi infatti, assieme all’Udinese, sono la formazione a cui Milenkovic ha segnato più gol in Serie A (due, in dodici incontri) e tutti peraltro arrivati nella Capitale, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Motivi, dunque, per provare a essere fiduciosi ci sono. I numeri, oltretutto, non mentono e confermano come il serbo anche in questo avvio di annata - complessa sotto l’aspetto del rendimento personale - si stia confermando un pezzo quasi insostituibile per Italiano, che solo una volta - in occasione della sfida con la Juventus - ha deciso di rinunciare per scelta tecnica al numero 4, già schierato sul campo 1.629’, più di qualsiasi altro giocatore. 

La gara di Roma dovrà dunque servire più che mai da stimolo a Milenkovic, che dopo gli errori in sequenza a ottobre con l’Empoli e la Lazio è ora pronto a riprendersi la scena, con l’obiettivo di riscattare anche quella che fu la performance poco fortunata dell’ultimo match all’Olimpico, dove a causa di un suo goffo tocco di braccio in area viola (e in pieno recupero) la Fiorentina fu costretta a capitolare dagli undici metri. Un motivo in più per mettere la pietra sopra a un periodo poco felice.