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TRA CAMPO E MERCATO

di Marco Sarti

Meno di una settimana alla sfida che taluni hanno definito dell'anno. Certo, sfidare la Juventus ha sempre un sapore molto particolare, diciamo pure tutto suo. Però da qui a definirla e disegnarla come partita dell'anno ce ne corre. Anche perché, ragionando per ipotesi, sarebbe possibile salvare una stagione con la vittoria (seppur importante e gustosa) contro la Juventus? Forse negli anni 80 poteva essere così, adesso il mondo, nostro malgrado, è cambiato: le vecchie rivalità si sono attenuate (non sopite, chiariamoci) e di nuove ne sono nate. Questo succede anche tra società e - sempre per rimanere in tema - proprio con la Juve. I rapporti tra le due società da quando si sono insediati i Della Valle sono ottimi.

I presidenti della società torinese (Cobolli Gigli prima ed Agnelli poi) sono molto amici dei Della Valle, basti pensare alla lotta che entrambe le società portarono avanti sui diritti televisivi al più tardi di un anno fa.

C'è poi il discorso legato agli uomini mercato: Pantaleo Corvino, sommo pontefice di ogni operazione targata Fiorentina è dapprima stato in ottimi rapporti con il dirimpettaio bianconero Alessio Secco. Come scordarsi l'affare Melo, da campione pagato a peso d'oro a specie di bidone o buon giocatore a seconda della luna che lo dirigeva, ovvero degli affari Marchionni, Zanetti, Balzaretti, Blasi e compagnia. Poi ci sono stati gli affari solo abbozzati e mai andati in porto: Nocerino qualche anno fa era promesso sposo alla Fiorentina, poi - per motivi oscuri - fece ritorno a Torino sponda Juve prima di trovare la sua consacrazione in fondo allo stivale, precisamente Palermo.

Adesso, la dirigenza bianconera è tutta nuova, Giuseppe Marotta ha sostituito Alessio Secco durante la grande epurazione-ricostruzione dell'anno scorso voluta da Andrea Agnelli. I fattori cambiano, il prodotto - anche in questo caso - resta lo stesso. Marotta e Corvino si stanno simpatici, sono amici e soprattutto hanno fatto grossi affari insieme. Semioli alla Sampdoria è un affare concluso dai due uomini mercato come lo è stato (ahinoi) Pazzini, venduto alla Sampdoria di Marotta nel gennaio 2009 per 9 milioni di Euro come un giocatore non ben identificato, e poi rivenduto dai blucerchiati all'Inter - soltanto due anni dopo - per una cifra doppia. In questo caso in molti a Firenze si mangiano ancora le mani.

Ci sono poi gli affari prossimi venturi tra i due club: come non pensare all'interesse della Juve per Gilardino ovvero di quello su Montolivo. E poi, sulla sponda opposta, Momo Sissoko, Marchisio, Amauri e Martinez.

Fiorentina-Juventus è oggi una sfida che vale poco - almeno ragionado in termini di classifica - per i viola, vale molto invece per la Juve, ancora in cerca dell'insperata qualificazione Champions. E nonostante tutto, nonostante l'amicizia tra le società e la considerazione che non sia più la partita dell'anno, uno sgambetto ai rivali di sempre - magari tarpandolgi anche il sogno Champions - sarebbe una gioia vera. Magari non per le casse della società ma per i tifosi sì. Perchè comunque la si rigiri, la Juve è sempre la Juve ed il tifoso viola al bianconero non si abituerà mai.