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TRA FIDUCIA E ABBRACCI: SETTE MESI DOPO, ECCO IL VERO DODO

di Niccolò Santi

Tra le tante buone notizie offerte dalla gara di sabato contro il Milan c'è senza dubbio il riscatto di Dodo. Il terzino brasiliano si è dimostrato capace di fronte a un cliente decisamente scomodo come Theo Hernandez e pericoloso in fase di costruzione, suggellando il tutto con il bell'assist per il raddoppio di Jovic nella ripresa. Il pubblico fiorentino è potuto tornare ad applaudire l'ex Shakhtar per una prestazione finalmente di livello, cosa che mancava da quasi sette mesi, visto che forse l'unica partita in cui il classe '98 aveva davvero convinto, sin qui, era stata quella col Napoli.

Una bella soddisfazione, per tutti. Per la società, in primis, dopo l'esborso di ben 18 milioni la scorsa estate al fine di aggiudicarsi le prestazioni sportive di Dodo, e poi per il giocatore medesimo. Sì, perché le referenze erano totalmente diverse, anche solo considerata la sua esperenza internazionale prima dell'approdo in riva all'Arno o gli interessamenti a suo tempo delle big d'Europa a partire dal Bayern Monaco. Un Dodo che, tra l'altro, quest'anno non aveva neppure mai palesato problemi di ambientamento e che, al contrario, si era sempre mostrato sorridente e propositivo.

Forse la discontinuità generale, forse le pressioni legate alla duttilità di un Terzic in spolvero, fatto sta che sinora il giocatore non era riuscito a esprimere le sue qualità di esterno di spinta. Una boccata d'aria fresca, insomma, anche a fronte di una stagione fortunatamente ancora, al 7 di marzo, piena di impegni e traguardi da raggiungere per ribaltare i mugugni degli ultimi mesi. Celebrato inoltre dalla Serie A, Dodo si è così espresso sabato sera: "Sono felice dell'assist e di aver accontentato il mister che ho abbracciato subito". Sette mesi dopo, dunque, ecco Dodo. Meglio tardi che mai.