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TRA I 2 LITIGANTI NESSUNO GODE

di Marco Conterio

Benvenuti a Firenze. Dove per un sogno che nasce, sorgono tre problemi. Dove per una meta che ci si pone, spuntano fazioni avverse pronte a fronteggiarsi, ognuna con tesi pro domo sua. Guelfi e Ghibellini, Guelfi Neri e Guelfi Bianchi un tempo, Prandelliani e Dellavalliani oggi. Che amarezza analizzare la fotografia della Fiorentina a freddo ed a bocce ferme. Tristezza e malinconia, i primi sentimenti che affiorano nei cuori dei tifosi, bistrattati da altre sfere in passato, sconvolti e stravolti da lotte intestine in queste ultime ore. C'è l'Udinese oggi, già, ma parlare di calcio pare quasi pratica accessoria quando in ballo c'è qualcosa di ben più grande. Il futuro della Fiorentina, il ciclo Prandelli. Qualche dubbio sul primo, meno sul secondo: passano le ore e le certezze permeano sempre di più pensieri e parole del popolo viola. Il ciclo è finito, ma di andare in pace c'è poca voglia.

Serve un'analisi lucida, ed è esercizio tutt'altro che semplice, per avere dei flashback che possano aiutare nel capire e nello studiare i perché di uno strappo così plateale e clamoroso tra le parti in causa, Della Valle e Prandelli. Serve forse andare indietro, ad una cessione di Mutu, non voluta dal tecnico e per questo non avallata dalla dirigenza? Oppure le ultime sessioni di mercato non hanno coinciso con voleri e desideri dell'allenatore gigliato, al quale l'autofinanziamento poteva anche andar bene, se accompagnato però da obiettivi stagionali più consoni alla nuova politica? Certo: la Fiorentina ha il quinto monte ingaggi della Serie A, si dirà, e la posizione in classifica non è la fotografia dell'esborso dei Della Valle. Ma la Champions ha tolto forze, il caso Mutu un giocatore determinante, gli infortuni pedine preziose ad una rosa versione smart.  Che Don Diego ed Andrea abbiano fiutato contatti e pseudo contratti di sponde bianconere prospettati e proiettati per un futuro più che prossimo a Prandelli, storcendo il naso e poi tuonando a mezzo stampa, spiazzando in toto Prandelli e la piazza gigliata? Interrogativi e dubbi, appunto. Chiarezza poca.

Firenze è così costretta a schierarsi, Pro Prandelli o pro Della Valle. Con la società o con l'allenatore, in un terribile gioco de "chi butteresti giù dalla torre" che non diverte nè tanto meno giova a nessuno. Alla Fiorentina in primis, che nel bel mezzo del caso-caos avrebbe, detto per inciso, ancora la matematicità dalla sua nella rincorsa Champions ed una semifinale di ritorno di Tim Cup da giocare. Il futuro, poi? Si può ricucire questo dannato strappo? Il sentore è che l'interrogativo di Prandelli "ci sono le condizioni per continuare?" sappia tanto di domanda retorica, dove la risposta è una sola. Il ciclo è finito, ma dallo scontro tra tecnico e società nessuno ne ha tratto certo beneficio.