TRA IL PARADOSSO DEI TAMPONI E IL PING-PONG ISTITUZIONALE
L'argomento, piuttosto delicato e scottante, l'ha tirato fuori con grazia quasi inconsueta Beppe Iachini, almeno per quanto riguarda le sfumature più viola del tema. Nel corso di un'intervista al Salotto dello Sport su Rtv38, infatti, l'allenatore della Fiorentina, riferendosi alla ripartenza del calcio italiano ha chiosato: "Andranno fatti accertamenti, visite d'idoneità e tamponi. Qui apro una parentesi e la chiudo: in un momento in cui si fa fatica a trovarli, voglio proprio vedere che putiferio scoppierà".
Uno dei punti più delicati e discutibili dell'ormai celeberrimo protocollo FIGC, sta proprio nell'attuazione del meccanismo di controllo sullo stato di salute degli atleti, che di fatto prevede un monitoraggio continuo a suon di test e tamponi. Questi ultimi però, almeno allo stato attuale delle cose, non vengono garantiti a tutti i cittadini, anzi hanno costituito fonte di discussione politica e non, e di fatto il calcio non darebbe esattamente l'immagine di "sport popolare" con cui è sempre stato raccontato a queste latitudini. Senza parlare dell'oggettiva difficoltà di reperimento che ci sarebbe.
C'è poi un altro tema di fondo a regolare le discussioni intorno alla ripartenza del calcio italiano, ed è una sorta di - poco piacevole ad occhio neutrale - ping-pong istituzionale che stanno mettendo in scena le massime autorità sul campo, andando a generare un ulteriore senso di confusione verso chi assiste, ed attende le sorti della dinamica decisionale. La catena di comando non sembrerebbe né particolarmente unita, né particolarmente propensa alla chiarezza comunicativa.
Se infatti venerdì l'intervista di Malagò, in cui il presidente del CONI richiamava il mondo del pallone a non lasciarsi imbrigliare dalla fretta e chiedeva una maggiore unità istituzionale, aveva scatenato un certo clamore ed una serie di risposte, nelle ultime ore l'incertezza sembra essere cresciuta ancor di più. Prima infatti Gravina, presidente FIGC, ha ribadito la sua linea di ripresa pur lasciando una finestra di sollievo, per usare parole sue, qualora fosse il Governo ad imporre il definitivo stop, consentendogli di mettere fine alla guerra di trincee, calcistiche, cui sta prendendo parte.
Governo che ha, per quanto riguarda il protocollo e la sua attuazione, come principali interlocutori Spadafora per lo sport e Speranza per le politiche sanitarie. Proprio quest'ultimo, Ministro della Salute, stamani ha ribadito le priorità in agenda: "Sono un grande appassionato di calcio ma con più di 400 morti al giorno con sincerità è l'ultimo problema di cui possiamo occuparci". Una bella doccia fredda per il fronte della spassionata ed incondizionata ripresa. Insomma, il calcio italiano e le autorità che lo governano si stanno passando spesso la palla in queste ultime ore, ma se la risposta di colui che deve essere tra i decisori finali è questa, non può che ingigantirsi il volume di quella nuvola di dubbi che sta sormontando il pallone del Belpaese. Mercoledì, in ogni caso, è già stato designato come il giorno in cui sapremo se, e come, sarà possibile la ripresa della Serie A.