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TRA MOUNIR E LASFONDO

di Andrea Giannattasio

Sono storie diverse quelle che caratterizzano Mounir El Hamdaoui e Marcelo Larrondo. Il primo, arrivato a Firenze con sei mesi di ritardo ma tra la curiosità della gente, ha incontrato più difficoltà del previsto nel calcio italiano, finendo col non vedere quasi mai il campo e, di conseguenza, grosse chances di conferma al termine di questa stagione. Il secondo invece, approdato in viola con una forte componente di scetticismo, si sta man mano guadagnando la conferma a suon di gol. L'ultimo dei quali, pesantissimo, ieri a Bergamo, in una serata che per la Fiorentina può voler dire davvero impresa. Sta forse qui la grande differenza tra i due giocatori: il marocchino - alle prese con frequenti problemi fisici e di lingua - è finito con l'arenarsi spesso e volentieri con le sue difficoltà (e il quasi impalpabile primo tempo di ieri lo testimonia in modo evidente); viceversa l'argentino, sul quale pende ancora il possibile riscatto che la Fiorentina potrebbe esercitare a fine anno, si sta pian piano scrollando di dosso critiche e perplessità.

Non ci dimentichiamo, infatti, che l'ex Siena è arrivato a Firenze non certo per fare il titolare, ma per riempire la casella attaccanti lasciata vuota dal giovane Seferovic (nelle gerarchie estive, addirittura il 3° attaccante) e che pertanto sarebbe stato senz'altro difficile riuscire a trovare uno spazio sufficiente per crescere e per dare un contributo alla squadra. Larrondo, però, ci sta riuscendo: dopo il gol-carambola realizzato contro il Chievo e la prestazione a luci ed ombre di Cagliari (dove dopo 60 minuti di nulla, un suo estemporaneo guizzo stava regalare il pari alla Fiorentina), è arrivata anche la splendida rete del 2-0 che ha permesso alla Fiorentina di sbancare Bergamo, un gol di rara potenza e bellezza che gli è valso in poche ore il soprannome di ''Lasfondo''. Volendo riassumere i numeri dei due giocatori (Mounir e Macelo), si vede chiaramente come il primo abbia una media realizzativa di un gol ogni 188 minuti, mentre il secondo è riuscito sin qui a segnare un gol ogni 67 giri d'orologio: numeri quantomeno curiosi per due tra i punti interrogativi più grossi in vista della prossima stagione; cifre che, alla fine, potrebbero pesare in modo determinante quando tra poche settimane esploderà il mercato viola e dove, la questione attaccante, sarà il primo nodo da sciogliere. Esattamente come dodici mesi fa.


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