TRE GIORNI DI RELATIVA TRANQUILLITÀ
Tre giorni di pace. Tre giorni di relativa tranquillità. I tifosi viola sospendono giudizio ed eventuali contestazioni almeno fino a mercoledì. E' questa l'aria che si respira in questa fredda domenica mattina di ottobre. I cori contro Sinisa Mihajlovic sono ancora lì, vividi nella memoria di tutti. I fischi pure. Bordate che avrebbero abbattuto un elefante e che hanno probabilmente scalfito qualche certezza, fino a quel momento granitica, anche del tecnico serbo. La Curva Fiesole, ieri, se mai ce ne fosse stato bisogno, si è apertamente schierata contro l'ex Catania e Inter. Una presa di posizione netta, decisa, inequivocabile, quella del cuore del tifo viola. E se la società si è dimostrata già tante volte poco influenzabile dalla piazza, è anche vero che buon senso vuole che nessuno possa essere confermato a dispetto dei santi.
Ora però il problema non si pone. Il momento è troppo delicato e importante, la Juventus - col suo nuovo stadio e le sue rinnovate ambizioni - è distante soltanto tre giorni. Un tempo infinitesimale per recuperare testa e forze. La squadra, compreso il tecnico, deve riuscire ad isolarsi e andare a giocare a Torino per vincere. Poi si vedrà. Una sconfitta contro la Juve inguaierebbe ancora di più Mihajlovic, che a quel punto avrebbe ufficialmente finito i bonus se non ancora con la società sicuramente con la tifoseria. Una vittoria, invece, potrebbe dare almeno un minimo di credito ulteriore al tecnico. La situazione, come già detto, è delicatissima. Chiamatela ultima spiaggia se volete, oppure possibilità di dimostrare la bontà del lavoro e far ricredere gli scettici, la situazione comunque non cambia. La sfida con la Juve arriva nel momento più difficile di Mihajlvovic da quando è arrivato a Firenze. Mancano tre giorni, solo 72 ore. Ora la pace, la relativa tranquillità, poi si tireranno le somme.