TRENTADUE ANNI DOPO: SANCHEZ COME PASSARELLA
Come abbiamo spesso sottolineato negli scorsi giorni, la rappresentativa della Fiorentina ai prossimi Mondiali di Russia 2018 sarà piuttosto scarna: tre i nomi che rappresenteranno i viola alla massima manifestazione calcistica, anche se di fatto solo uno può essere considerato come tale, ossia il serbo Nikola Milenkovic. Gli altri due infatti sono stati, o lo saranno in futuro, fuori dall'orbita di viale Fanti e sono Milan Badelj e Carlos Sanchez. Se il croato ha già annunciato il suo addio alla Fiorentina alla fine di giugno, con il decorrere del suo contratto, il colombiano è invece appena rientrato nei ranghi gigliati dall'Espanyol, dove è stato spedito in prestito nello scorso mercato invernale e grazie al quale - per sua stessa ammissione - ha potuto godere della convocazione con la sua Colombia.
Della quale è ormai da diverso tempo il capitano in carica. E lo sarà anche in Russia, ovviamente. Proprio questo tema ci riporta al concetto espresso nel titolo: 32 anni dopo l'ultima volta la Fiorentina ha all'interno della propria rosa il capitano di una Nazionale che partecipa ai Mondiali. Oggi è Sanchez, allora fu un vero e proprio monumento nazionale della storia calcistica argentina: Daniel Passarella. Già campione, e già allora da capitano, nel 1978 con la Nazionale albiceleste, il Caudillo - soprannome con il quale veniva chiamato il difensore goleador - approdò a Firenze nel 1982 e se ne andò quattro anni dopo, giusto in tempo per alzare anche il Mondiale del 1986, quella della famosa mano de Dios di Maradona, da giocatore della Fiorentina anche se mai sceso in campo. Il trait d'union tra i due, distanti epoche a livello calcistico e tecnico, potrebbe essere proprio questo addio dopo la Coppa del Mondo, che Sanchez si augura emulare. No, non nel senso che andrebbe a quel punto all'Inter (come allora Passarella), dato che il giocatore parrebbe anzi destinato ad andarsene in Cina, ma che vorrebbe alzare lui il trofeo. Sullo stesso tema, ma con declinazione solamente europea, si può invece citare il caso di Tomas Ujfalusi, che nel 2008 salutò la Fiorentina per andare all'Atletico Madrid, e lo fece dopo aver guidato la sua Repubblica Ceca agli Europei con la fascia al braccio.