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TUTTO ALLE SPALLE

di Matteo Sestini

Minuto 71 di Fiorentina-Bologna. Blaszczykowski raccoglie un cross dalla sinistra di Rebic (spizzato da un colpo di testa di Vecino) e con un piatto destro forte e preciso porta in vantaggio la Fiorentina. E' la fine di un calvario lunghissimo, iniziato il 25 gennaio del 2014. Kuba si scrolla un peso di dosso enorme. Lo si vede da come esulta: corsa occhi al cielo, braccia lungo i fianchi e palmi delle mani scossi da un rapido movimento dall'alto verso il basso. Quasi a scacciare via i fantasmi che da circa due anni lo appesantivano.

Dopo il gol Kuba si è sciolto sfoderando un paio di giocate degne dei vecchi tempi, a discapito di un primo tempo trascorso tra luci e ombre. Tutto iniziò quel maledetto 25 gennaio. Il Borussia Dortmund giocava in casa con l'Augusta. Passano solo 6 minuti e Kuba è a terra e il Signal Iduna Park è ammutolito, inerme osserva uno dei capostipiti del ciclo di Klopp contorcersi per il dolore. La diagnosi dice: rottura del legamento crociato. Da allora trascorsero 226 giorni prima del ritorno in campo che avvenne solo il 13 dicembre dello stesso anno nella sconfitta esterna per 1 a 0 del suo Borussia con l'Hertha Berlino (gol scaturito da un pallone perso proprio da Kuba a centrocampo).

Poi tante piccole ricadute di natura muscolare e lo smalto dei bei tempi andati mai più recuperato. Inizia la nuova stagione e in casa Dortmund i cambiamenti sono epocali. Klopp, il condottiero degli ultimi anni dell'armata giallo nera, lascia. Al suo posto arriva Thomas Tuchel. Il rapporto con l'ex tecnico del Magonza pare da subito molto complicato. Kuba non viene mai utilizzato, né nelle amichevoli estive, né durante le prime quattro uscite ufficiali del Borussia.

Preso atto di non far parte del progetto tecnico del nuovo allenatore, Kuba prende una decisione che cambierà la sua vita. Lascia quella che era diventata la sua casa, dopo una adolescenza tristemente turbolenta, lascia gli amici e una tifoseria che lo adora per trasferirsi a Firenze. Per mettersi tutta alle spalle con una nuova avventura. Il resto, come si suol dire, è storia.