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ULTIMO STEP "DEGOBIZZAZIONE"

di Luciana Magistrato

Sousa e il rispetto. Un valore che gli ha trasmesso la famiglia, il padre in particolare e che lo contraddistingue da quando è calciatore. Per questo Paulo Sousa non ha mai fatto pesare a Firenze il suo scetticismo visto un allenatore sì vincente ma non abbastanza conosciuto (i trofei appartengono a campionati considerati minori) per essere accettato come tale. Al suo annuncio comparvero scritte contro il suo passato bianconero. Ne sa qualcosa il Bar Marisa davanti al Franchi che si è ritrovato il muro imbrattato per alcuni giorni. Proprio ieri Sousa è tornato su quelle scritte, giustificando però gli autori perché non lo conoscevano "Ci vuole tempo per conoscere e valutare le persone, spesso i giudizi sono affrettati. Poi i risultati fanno la differenza e se vinci, ti rispettano di più. E' normale" ha detto. E in effetti il bel gioco, la personalità e soprattutto le vittorie e la bella classifica della Fiorentina hanno fatto cambiare idea ai tifosi viola che ora adorano Sousa passato nella loro percezione insomma in pochi mesi da "gobbo" a idolo di Firenze. Paulo Sousa però lo stesso rispetto lo porta anche al suo passato. "I miei ex tifosi mi hanno sempre mostrato rispetto. E' sempre bello rivedere dei posti dove tu hai lasciato molto a livello professionale. Mio padre mi ha sempre insegnato il rispetto e l'orgoglio" ribadisce e per questo allo Juventus Stadium, si aspetta una buona accoglienza dai tifosi bianconeri che certo lo preferirebbero dalla loro parte (magari al posto di Allegri) più che contro. Il precedente tra Juventus e Sousa da avversari infatti non è favorevole, con la finale di Champions League, quando il portoghese vestiva ormai la maglia del Borussia, strappata a sorpresa, e la partita vinta, sempre nell'Europa a cinque stelle, con il Panathinaikos. Certo è che se Sousa espugnasse stasera lo Juventus Stadium anche sulla panchina viola diventerebbe per i tifosi bianconeri una specie di bestia nera mentre per i tifosi fiorentini sarebbe l'ultimo step di quella "degobizzazione" naturale che è in atto ormai dal primo sorriso e dalle prime parole del tecnico a Firenze.