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UN 2021 DOUBLE FACE: LA SVOLTA È ITALIANO

di Alessandro Di Nardo

Il colpo di testa a volo d’angelo di Gaetano Castrovilli manda in archivio il 2021 della Fiorentina con l’ennesimo risultato utile, il quinto consecutivo. Un 1-1 salutato con ottimismo anche da un tecnico come Vincenzo Italiano che poche settimane fa definiva il pareggio come un “risultato innaturale che serviva a poco”. Si chiude così la prima parte di stagione ed il bilancio non può che essere positivo, soprattutto se raffrontato a quanto fatto negli ultimi anni ma anche a quello che si è visto nella prima parte dell’anno solare. Il 2021 dei viola è infatti double face ed il punto di svolta è proprio l’arrivo di Italiano a Firenze.

La svolta in panchina è lo spartiacque tra un semestre passato a lottare per non retrocedere ed un altro con profumo d’Europa. I numeri dell’anno che va in archivio parlano di 46 partite, con 18 vittorie, 10 pareggi e 18 sconfitte; tutto perfettamente bilanciato si direbbe, ma l’equilibrio viene rotto se si prendono in considerazione i risultati conseguiti sotto le varie gestioni tecniche: nella prima parte di 2021 (con Cesare Prandelli prima e Beppe Iachini da aprile fino al termine della stagione sportiva scorsa) sono arrivate solo 6 delle 18 vittorie dell’anno, con 8 pareggi e ben 11 sconfitte.

 Quanto fatto di positivo pende quindi quasi esclusivamente dalla parte di Italiano, che da quando è sulla panchina della Fiorentina ha una media punti (1,77 a partita) che, se consideriamo gli allenatori viola dal nuovo millennio in poi, è seconda solo a quella di Vincenzo Montella (1,80), ben superiore a quella dei suoi predecessori (Prandelli 1,04, Iachini 1,12). La rivoluzione dell’ex tecnico dello Spezia però non è da cercare tanto nei risultati ma nell’atmosfera che è riuscito a creare intorno alla squadra in poco meno di sei mesi e nella convinzione che, attraverso le sue idee, ha instaurato nel gruppo. Le ultime due partite ne sono un esempio: solo qualche mese fa sarebbe stato quasi utopistico pensare che la Fiorentina fosse stata in grado di risalire la china in due situazioni complicate come quella col Sassuolo e quella del Bentegodi, invece la capacità di reazione è quanto di più prezioso è stato in grado di dare Italiano alla squadra.

La gelosia con cui l’allenatore siciliano si coccola il punto fatto a Verona è indice di un percorso ancora lungo, intrapreso a piccoli passi, che passerà inevitabilmente per un rinforzo della squadra, ad iniziare proprio dall’innesto di Ikoné.