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UN 4° POSTO DA CONQUISTARE

di Iacopo Barlotti

Un anno fa, trentesima giornata: era il sabato di Pasqua, la Fiorentina perdeva a Cagliari e restava quarta, a quota 51 punti; la Champions si allontanava (il Milan vinceva col Chievo) mentre Alessandro Matri regalava un'altra fetta di scudetto alla Juventus, firmando il 2-1 dei bianconeri sul campo dell'Inter. Nel frattempo Josip Ilicic abbatteva la Roma segnando il primo gol nel 2-0 del Palermo contro i rosaneri.
Una stagione dopo, cosa è cambiato? Non molto, in fondo, a parte la vena realizzativa di Matri e una classifica molto più allungata verso l'alto. Sì, perché la Fiorentina ha ancora 51 punti ma stavolta il distacco dal 3° posto è di ben 10 punti (l'anno scorso era di 6 lunghezze, con uno scontro diretto col Milan da giocarsi al Franchi). E la Juve, anziché avere 68 punti, ne ha adesso 81.

Ecco perché ora la Fiorentina deve porsi l'obiettivo di conquistare e consolidare il 4° posto. L'Inter, ancora una volta, è riuscita a lasciare punti per strada, non andando oltre lo 0-0 contro l'Udinese. Il distacco dalla Fiorentina è ora di 3 punti: una quota che però non permette ai viola di dormire sonni tranquilli, se è vero che basta una sola partita per invertire la situazione (in caso di pari punti sarebbe la squadra di Mazzarri a prevalere grazie agli scontri diretti). Il calendario potrebbe sorridere nell'immediato ai nerazzurri (Livorno, Bologna, Samp e Parma nelle prossime quattro partite), che però chiuderanno con 3 "big" match nelle ultime 4 giornate (Napoli, Milan, Lazio, Chievo).

E la Fiorentina non può permettersi distrazioni, né rilassamenti, in ottica 3 maggio. Perché se l'Inter si conferma in un'annataccia con tanti alti e bassi, la squadra di Montella appare ora in debito di ossigeno dal punto di vista delle energie fisiche e psicologiche. Il 4° posto, che oltre al prestigio e a maggiori introiti economici garantirebbe ai viola l'approdo alla fase a gironi di Europa League indipendentemente dalla finale di Coppa Italia, è comunque alla portata. Guai, adesso, a metterlo in discussione.