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UN ANNO FA, DI QUESTI TEMPI

di Dimitri Conti

Un anno fa, di questi tempi - era la sera del 30 novembre 2019 - la Fiorentina aveva vissuto momenti molto simili a quelli di ieri al Franchi. Anche allora a Firenze arrivava una squadra neo-promossa del sud Italia, ed anche allora era colorata di giallo e rosso: poco importa se si trattava del Lecce e non del Benevento, e se il gol vittoria l'avesse segnato La Mantia e non Improta - accomunati comunque dai tratti di carneadi della Serie A - perché i punti in comune non si fermano lì. Cominciando dal risultato finale: 0-1.

Non solo, però: anche quella volta infatti la Fiorentina ha dovuto rinunciare al suo asso Franck Ribery a gara in corso. Certo, allora era stato un intervento forse troppo ruvido di Tachtsidis a lasciare il segno, mentre questa volta di fatto FR7 ha combinato tutto da solo (QUI il punto di FV), ma la sostanza non cambia. Certo, la speranza del popolo viola è che a cambiare siano i tempi di degenza, visto che dall'infortunio accusato l'anno scorso, Ribery tornò solamente dopo il lockdown, contribuendo comunque alla salvezza con le sue giocate.

Era un anno fa, sembra passata una vita. Condizione comune quando non ci si diverte, avrebbe sottolineato qualcuno: in panchina c'era ancora Montella, e la sconfitta casalinga con il Lecce fu la pietra tombale anticipata sulla sua seconda esperienza, che si sarebbe conclusa ufficialmente all'incirca un mese dopo con l'esonero dopo l'1-4 con la Roma. Stavolta invece l'uomo al secondo giro di giostra viola, Prandelli, era soltanto al primo appuntamento, e dalla sua ha il tempo di lavorare per invertire la rotta. Un comandamento, ormai, viste le ultime annate trascorse in maniera grigia, e per evitare di ritrovarsi intruppati anche quest'anno nella lotta per non retrocedere. Com'è stato invece a partire da un anno fa, ma anche nella stagione precedente. Per risolvere dei problemi che vanno con ogni probabilità ben oltre la sola guida tecnica: l'evoluzione dei fatti da un anno a questa parte, anche di più, d'altronde racconta il tutto meglio di ogni altra parola.