UN CALO DA ARGINARE (E UNA SCONFITTA DA VENDICARE)
Pareva esser persino in controllo la Fiorentina, sembrava che gli uomini di Italiano potessero gestire un Basilea sotto di una rete e magari pure andare a cercare il secondo gol, quello che avrebbe reso il ritorno in Svizzera una strada ancora più in discesa. Invece è stato più a meno a metà ripresa che è cominciato il calo dei viola, fisico e successivamente anche mentale.
Così mentre i tiri di Mandragora o Cabral nella ripresa sembravano illudere su una seconda parte di gara positiva sono stati gli svizzeri a salire di tono, e soprattutto a confermare una pericolosità evidente fin dalle primissime battute. Squadra lontana dalle altre avversarie fin qui affrontate dai viola, il Basilea di Vogel, con un singolo come Diouf capace di rivitalizzare tutto il gruppo (al di là del gol il diciannovenne francese sembra già pronto per la Premier League) e con un impianto di gioco molto più solido rispetto alle squadre fin qui affrontate in Conference League.
Resta il buon primo tempo e la personalità mostrata al cospetto di una compagine quadrata a rappresentare la principale speranza in vista del match di ritorno, quando però la Fiorentina dovrà sfoderare una prestazione che si avvicini il più possibile alla perfezione per tenere vivo il sogno di volare a Praga per la finalissima. Alimentando un ritmo di gioco costante, per tutti i90 minuti, e soprattutto senza prestare il fianco alle ripartenze di un Basilea che a Firenze si è mostrato più cinico che mai.