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UN ESORDIO DA FAVOLA

di Tommaso Loreto

Un esordio così non se l’aspettava nessuno, nemmeno i più fiduciosi pronti a ricordare quella cinquina genovese che con Gomez e Rossi sembrava preludio di una grande stagione. Al cospetto di un Genoa probabilmente diverso la prova di forza della Fiorentina è netta, evidente, e il risultato che si allarga col passare dei minuti non è mai in discussione, nemmeno nei primi minuti

Perchè anche grazie a una condizione fisica subito buona la squadra di Italiano sembra trovarsi a memoria, forte di un’impostazione di gioco che la maggior parte dei singoli conoscono bene. Menzione a parte merita certamente l’esordiente Kayode che superata l’emozione iniziale s’impone sulla corsia destra con forza fisica e tecnica, tanto che nella ripresa si concede persino qualche numero che fa strabuzzare gli occhi. Se il tecnico cercava indicazioni dai più giovani ieri a Genova ha trovato subito risposte più che promettenti da un terzino che a Marassi ha fatto scordare persino Dodò.

Il resto è una qualità che sembra finalmente cresciuta, con Arthur che in cabina di regia non sbaglia un pallone salvo sapersi adattare anche nei recuperi, mentre in un attacco che Nzola regge bene la direzione d’orchestra di Bonaventura non concede stecche, tanto che dopo il gol del 2-0 anche Nico trova tempo e modo d’incidere dopo il tiro mandato sul palo da Martinez. Nel colpo di testa che arriva su assist di Biraghi, gol del vantaggio e assist dalla bandierina, c’è la voglia del numero 10 di diventare protagonista, così come del resto capita a Mandragora abile nel firmare il poker. Quattro reti che limitano persino la curiosità dell’esordio di Infantino e Beltran, perchè quando entrano la gara è già ampiamente chiusa, e perchè con una prova del genere si può certamente partire per Vienna con la massima fiducia.