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UN GRUPPO COMPLICE E PER IL QUALE "VIENE LA SQUADRA PRIMA DEL SINGOLO"

di Luciana Magistrato

La strada per la Conference è ancora lunga, come ha sottolineato Vincenzo Italiano, ma non manca la fiducia. Soprattutto perchè il tecnico è riuscito a creare un gruppo compatto che ha gli stessi obiettivi, indipendentemente da chi gioca. "Oggi ho detto alla squadra che ci sono momenti in cui giochi ed altri in cui devi stare a guardare..." ha spiegato Italiano, che in effetti prima dell'allenamento ha parlato a lungo con i suoi giocatori, riuniti intorno a lui. "Quello che stiamo vedendo in campo è frutto di un gruppo che ha a cuore questo finale di stagione. Sappiamo tutti che possiamo ottenere grandi risultati" ha aggiunto in conferenza.

Ed è su questa convinzione di forza collettiva che il tecnico spinge per arrivare al concetto che non ci sono riserve ("qui ce ne sono pochi, tutti hanno avuto l'opportunità") ma giocatori ugualmente importanti in questo lungo e faticoso percorso. E lo spirito di gruppo in queste partite si è visto eccome, sia in campo che fuori. Chi viene intervistato infatti dà spazio e coinvolge spesso i compagni di reparto, lo fa spesso e volentieri Cabral che sente e vede Jovic non come un rivale ma un compagno sullo stesso percorso, lo ha fatto Gonzalez la scorsa settimana a Poznan promettendo gol suoi e di Ikoné.

E che tra i due ci sia complicità si è visto anche nell'esultanza del francese al gol su rigore di Nico, quando insieme "rollano" una sigaretta. E c'è chi la complicità la crea a tavola, come Bonaventura che a Pasqua ha avuto ospite Barak e la sua famiglia, nonostante in campo siano spesso l'uno la riserva dell'altro. Così come infine non è un gesto da poco il rigore ceduto proprio Gonzalez a Cabral con l'Atalanta: "Il gesto del rigore ceduto è sintomo che qui prima viene la squadra e poi il singolo. Se avremo sempre questa mentalità arriveremo in fondo a tutte le competizioni" spiega infatti Italiano, che di segnali ne ha quotidianamente.