UN'IMPRESA DA GRANDE SQUADRA
È dolcissimo il risveglio viola, almeno per chi è riuscito a chiudere occhio. La notte di Basilea entra di diritto nella storia della Fiorentina e soprattutto sgombra il campo da qualsiasi dubbio su una competizione europea persino snobbata da molti club. Se il cammino fin qui tenuto dalla squadra di Italiano sembrava favorito da avversarie di qualità diversa da quella viola, la doppia sfida al Basilea restituisce grande valore all’impresa del Sant Jakob Park.
Perchè sì, quella della Fiorentina in Svizzera è stata un’impresa per mille motivi, non ultimo l’esser riusciti a recuperare lucidità dopo gli attimi di paura per il malore nel settore ospiti. Lo stesso Italiano (giustamente e finalmente sorridente in tal stampa come forse ancora non era capitato) confesserà di aver seriamente preso in considerazione la lotteria dei rigori, ulteriore conferma di come questa semifinale sia stata tutt’altro che una passeggiata di salute.
La crescita in termini di personalità ed esperienza ha spinto la Fiorentina a giocarsi i 180 minuti che aprono le porte della finale di Praga da grande squadra, senza soffrire troppo uno stadio caldissimo come quelli già incontrati lungo il cammino europeo. E se in campo il merito è tutto dei calciatori (Biraghi, Ranieri, Bonaventura e Nico Gonzalez a “provvidenza” solo per citare i più ispirati), i complimenti per la maturazione del gruppo sono tutti per il tecnico, capace di rovesciare un avvio di stagione più che preoccupante.
Questa mattina il popolo viola ricorda bene la notte elvetica, lo farà per tutta la vita tramandando i racconti di una nottata magari. E stavolta non si tratta di un sogno rimasto impresso al risveglio, ma di una realtà da ricordare per sempre. Perché non bastasse la soddisfazione dei record di finali europee, c’è anche e soprattutto l’opportunità di inseguire non uno ma due trofei come spetta solo alle grandi squadre.