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UN LUSSO IN PANCHINA

di Dimitri Conti

È una parabola strana quella che sta percorrendo la carriera del centrocampista uruguayano Matias Vecino. Intoccabile e quasi insostituibile lo scorso anno, quando formava la consolidata e rocciosa coppia in mediana con il croato Milan Badelj, quest'anno invece sembra aver perso quella dote di titolarità indiscussa, accomodandosi anzi spesso e volentieri in panchina. Per lui un minutaggio piuttosto scarso sin qui, soprattutto in campionato, dove l'uruguayano ha totalizzato appena 387 minuti. Per dare un'idea più netta, basta mettere a rapporto con i due titolari fissi prescelti da Sousa in questo inizio di stagione per quanto concerne la Serie A, ossia Badelj e Borja Valero. Questi due giocatori hanno totalizzato rispettivamente 989 e 946 minuti in campionato. Più del doppio rispetto a Vecino.

E pensare che, tra lo scorso gennaio e l'ultima sessione estiva, la Fiorentina aveva fatto i salti mortali per trattenere il forte centrocampista della selezione Celeste, resistendo ai molteplici attacchi sferrati sullo scenario del calciomercato da vari club, su tutti il Napoli di Maurizio Sarri, che già in quel di Empoli aveva lavorato con il giocatore, contribuendo alla sua esplosione definitiva, avendolo lanciato di fatto sui palcoscenici che contano. Quest'anno, fino a questo momento, Sousa lo ha escluso spesso e volentieri dall'undici titolare, impiegandolo perlopiù in Europa League, dove, in proporzione, ha giocato molto più che in campionato. L'arretramento di Borja Valero nella coppia di mediani gli ha limitato enormemente lo spazio, e lo spauracchio che si riaccendano nuove voci di mercato sembra più fondato che mai. Al netto di tutto ciò, effettivamente, avere un profilo come Vecino spesso e volentieri seduto in panchina, può essere considerato un vero e proprio lusso.