UN MESE DOPO
E' passato un mese dal 4 marzo. Doveva essere una domenica come le altre, con la Fiorentina impegnata in trasferta a Udine, reduce dalla vittoria di misura sul Chievo nel gelo del Franchi. Invece l'immediata vigilia di quella partita divenne una cronaca surreale, drammatica, di quanto stava avvenendo nell'albergo sede del ritiro dei viola in Friuli.
Da quella camera numero 118 Davide Astori non è mai sceso per fare colazione, e in quelle drammatiche ore tutto il mondo del calcio italiano è rimasto in silenzio. La decisione di non disputare quella giornata di campionato dava immediatamente la misura di quale dramma aveva colpito la Fiorentina, e più in generale tutto il mondo dello sport.
Da quel giorno Firenze si è stretta intorno alla sua squadra, sollevata da come società e proprietà abbiano saputo gestire la settimana successiva, con le immagini dei funerali in Santa Croce che hanno fatto il giro del mondo. E la squadra che tanto ha sofferto si è fatta forte dell'unità tornata nell'universo viola come non capitava da tempo.
Trovando la vittoria dei nervi contro il Benevento nella prima gara senza il Capitano, e ripetendosi altre tre volte battendo in successione Torino, Crotone e Udinese nel recupero di ieri. Dodici punti raccolti in questi primi trenta giorni senza Davide, il cui nome però riecheggia in ogni vittoria della sua squadra, nei loro saluti al termine di ogni partita e in quello stesso centro sportivo nel quale la Fiorentina sta costruendo le fondamenta di un'impresa che non avrebbe precedenti.