UN PASSO INDIETRO (FORSE ANCHE DUE)
A questo punto, forse, è bene fare un passo indietro. Forse anche due. Perché la discontinuità di risultati, in casa viola, si sta facendo preoccupante, con tutto quello che ne consegue in chiave classifica. Si potrebbe cominciare a chiedersi: qual è la vera Fiorentina? Del resto, troppo netta è stata la differenza tra la squadra ammirata con l'Udinese e quella, davvero in difficoltà, scesa in campo contro la Sampdoria. Al di là delle scelte di formazione, del fallimento di molti uomini chiave e del campo proibitivo (alibi inappropriato), il deficit di personalità è stato più che evidente. Troppo poco mordente, decisioni arbitrali a parte, e troppo precari i difesa, un reparto che nonostante le difficoltà di inizio stagione aveva sempre assicurato una certa sicurezza. E se anche un giocatore come Gonzalo Rodriguez alza bandiera bianca, allora porsi delle domande risulta quasi scontato.
Com'è possibile passare da una vittoria in casa ad una sconfitta dai contorni così amari come quella di Genova? Difficile dirlo. O meglio, difficile ricondurre a una solo motivazione uno stop del genere. La classifica parla chiaro: i 13 punti conquistati fino a questo momento dai viola sono lo specchio fedele della stagione. Dieci gol fatti, nove subiti, sei punti dalla zona Champions ma soprattutto sette squadre che precedono i viola dal terzo posto (che possono aumentare in attesa dei posticipi di questa sera). Il gioco della Fiorentina ormai risulta il più delle volte (con rare eccezioni come conro Inter e Udienese) troppo prevedibile oltre che poco risolutivo, come ripete spesso Vincenzo Montella. Anche contro la Sampdoria, i viola hanno avuto quasi il 60% di possesso palla, senza però creare nitide occasioni da gol. Il solo Babacar, per dirla tutta, non può risolvere sempre le partite. Per rendere al meglio, quest'anno la squadra ha bisogno che tutti i suoi elementi si esprimano al massimo, dopo dieci giornate è un dato di fatto. La Fiorentina, al momento, non ha giocatori in grado di decidere da soli con degli episodi (e comunque non sarebbe la via giusta per risolvere i problemi). E in questo senso, se in un colpo solo i primi a fallire sono giocatori come Cuadrado, Gonzalo e Borja Valero, assistere a domeniche nere come quella di ieri (in tutti i sensi, non solo per la divisa 'total black' indossata dai giocatori), non può essere altro che un'inevitabile conseguenza.