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UN PO' (TANTO) TESTE DURE

di Sonia Anichini

Prendiamo a prestito l’espressione di Gonzalo  Rodriguez, e la mettiamo volutamente al plurale, per includere tutta la classe arbitrale: cominciamo ad essere stufi del trattamento riservato sistematicamente alla Fiorentina. Il nostro centrale ci fa sapere che il signor Gervasoni non li faceva parlare e purtroppo parlavano per lui i cartellini che molto chirurgicamente ha tirato fuori. Più o meno giustamente ci mancheranno, dalla prossima partita, Diakite, Pizarro e Borja Valero. Il difensore è stato sinceramente un po’ ingenuo e le sue entrate “di peso”, ma soprattutto a metà campo, gli sono costate due cartellini, e la relativa espulsione, che ha lasciato la Viola per quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini. Tenuta presente la considerazione che la nostra squadra riveste nei cuori degli arbitri, si deve stare molto attenti a come ci si muove e a come si parla.

Ci sono calciatori che si permettono, in ogni partita, di mandare i direttori di gara, anche a ragione, a quel paese e loro devono essere sordi o ciechi perché non estraggono i cartellini ma, come i tori sono allergici al rosso, gli arbitri lo sono al viola e non ci perdonano niente. Viene difficile pensare che il nostro Borja Valero stia diventando un calciatore cattivo ed irriverente ma, piuttosto, pare palese la volontà di toglierci “il cervello”, l’uomo che dirige questa squadra in maniera eccelsa. Per non lasciare la possibilità di un sostituto, si rispolverano anche i cartellini su Pizarro che, lo scorso campionato ha saltato metà partite per questo giochino.

C’è da chiedersi perché non sia stato riservato lo stesso trattamento anche a Molinaro e Gargano, che hanno scansato invece il doppio giallo.

Tutto questo sorvolando anche sul rigore che poteva starci come no. Facciamo tanta difficoltà in campo più contro gli arbitri che contro gli avversari, che a volte diventiamo noiosi a noi stessi. Non ci piace essere “lamentini” ma vorremmo essere rispettati, sanzionati quando lo meritiamo ma evitandoci accanimenti terapeutici. La mancanza di considerazione è conclamata dallo snobismo dimostrato verso Montella, al quale Gervasoni non ha voluto rivolgere la parola come a suo tempo il “simpatico” Braschi.

Per dare un’occhiata alla partita, dobbiamo fare i complimenti a Neto che ci ha salvati dalla capitolazione, lasciandoci aperto il corridoio verso il pareggio egregiamente realizzato da Mati Fernandez. Il cileno è quest’anno il titolare in più, sempre pronto all’occorrenza ed utile alla squadra. Il suo gol è un capolavoro e ci consente di prenderci quel punto che rende giustizia alla gara. Un encomio anche alla reazione dopo il vantaggio di Cassano (quando gioca lui si parte sempre con un gol da recuperare ed è arrivato a 9 centri contro la Fiorentina) al quale ha risposto prontamente Cuadrado.

Adesso resta poco tempo per smaltire la rabbia, giovedì arriva l’Europa League, ma forse sarà meglio cercare di utilizzarla come propellente per il nostro futuro.

 

 

La Signora in viola