UN RISCHIO DA EVITARE
Vivere una lunga sosta per le Nazionali con una sconfitta così pesante sul groppone sarà logicamente complicato, non solo per la digestione dei tifosi, ma anche per il morale della squadra, che dovrà superare un momento decisamente duro come già fatto in seguito al ko di Genova. Sul banco degli imputati ci è finito ovviamente Vincenzo Montella, che da mister fa da parafulmine dopo i cinque gol subiti in Sardegna essendo comunque responsabile di parte dello stesso risultato. Perché se da una parte è vero che in campo ci va la squadra, dall'altra è anche vero che le motivazioni devono partire dal tecnico e ciò che proprio non è piaciuto della Fiorentina contro il Cagliari, è stato proprio l'atteggiamento.
Una squadra che in mezz'ora subisce tre gol, non può fare appello alla giovane età della rosa o alla forza dell'avversario, soprattutto se non si gioca contro il Barcellona o il Liverpool campione d'Europa. Come accaduto a Marassi, la squadra è scesa in campo con la testa da un'altra parte. Ha avuto un rendimento atletico tra i peggiori della Serie A per chilometri percorsi e la reazione è arrivata troppo tardi per essere utile. A Montella, più che sui moduli e sugli effettivi da mandare in campo, si può imputare un'incapacità, in questa occasione, di spronare la rosa ad andare oltre i propri limiti, giustificando lo spogliatoio subito dopo la fine della gara sempre con l'alibi della giovinezza.
In queste due settimane l'allenatore dovrà capire quali tasti toccare per rilanciare la squadra in una gara difficile come quella di Verona. Dovrà chiarire ai giocatori quanto sia importante scendere in campo con il giusto piglio e con la giusta concentrazione e troverà in Ribery il primo degli alleati. Contro la squadra di Juric, l'aspetto atletico e di determinazione potrà fare la differenza e presentarsi scarichi al Bentegodi è un rischio che la Fiorentina non può correre. Montella in primis non può rischiare di toppare nuovamente dopo la trasferta sarda, perché se da una parte la società a parole lo conferma senza se e senza ma, dall'altra Commisso non ha intenzione di continuare con questi alti e bassi e soprattutto non ha intenzione di andare incontro a brutte figure. Perdere si può, ma dopo aver dato tutto. Cosa che a Cagliari non è successo. E c'è solo un modo per evitare ribaltoni improvvisi, che quanto visto domenica scorsa, non accada più.