UNA CESSIONE PESANTE, DIFESA ERMETICA E DUE FRATELLI TERRIBILI: COME ARRIVA IL BRAGA AL PLAYOFF
Già a metà novembre, quando erano stati delineati gli accoppiamenti per i playoff di Conference League, si era parlato di urna malevola per la Fiorentina: adesso, giunti finalmente in prossimità del primo dei due atti in cui i viola si giocheranno il proseguo dell’avventura in Europa, lo Sporting Braga di Artur Jorge rappresenta un ostacolo ben più impervio rispetto al crinale del Monte do Castro, parete rocciosa in cui è incastonato il suggestivo Municipal de Braga. Terzi in campionato e freschi dello scalpo del Benfica nei quarti di Taça de Portugal, gli Arsenalistas (soprannome derivante dalla somiglianza della divisa di gioco del Braga con quella dei gunners) sono squadra ostica, organizzata e con un paio di individualità da tener d’occhio.
PERICOLI PRINCIPALI – Rispetto al sorteggio di qualche mese fa il Braga ha perso un pezzo da novanta come Vitinha, centravanti classe ’99 da 14 gol nella prima parte di stagione e volato a gennaio a Marsiglia per 32 milioni; senza la stella polare dell’attacco Artur Jorge ha fatto se possibile ancor meglio, inanellando una serie di risultati positivi a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e plasmando l’attacco su Simon Banza, centravanti possente e rapido, in rete anche nella vittoria di domenica scorsa contro il Maritimo. La Fiorentina dovrà preoccuparsi dello stato di forma del centravanti francese, ma non solo: il leader tecnico è Ricardo Horta, capitano e autore finora di 11 gol e 7 assist in stagione con tanto di trofeo di miglior giocatore del mese di gennaio in Liga portoghese appena alzato; rientrato in coppa col Benfica da un problema fisico, sarà probabilmente lui a guidare la batteria di tre trequartisti alle spalle di Banza, in un terzetto di sottopunte che potrebbe vedere anche la presenza del fratello André, una delle rivelazioni della scorsa Europa League in cui i biancorossi sono arrivati a pochi minuti dalla finale. In mezzo al campo la certezza è invece Al-Musrati, gigantesco mediano libico che davanti diventa un fattore soprattutto sui calci piazzati.
L’ALLENATORE E LA SOCIETA' – Il boss è Artur Jorge, tecnico a chilometro zero, nato e cresciuto calcisticamente a Braga, prima da calciatore con una carriera praticamente tutta in biancorosso, e poi da tecnico delle giovanili. Lo Jorge allenatore è un prodotto della “fabbrica Braga”, cresciuto con dettami tattici e soprattutto societari di un club che da sempre è l’habitat naturale per il germogliare di talenti poi rivenduti a prezzo d’oro in giro per l’Europa (l’ultimo è appunto Vitinha). Una società proiettata al futuro, rifondata sotto l'occhio onnipotente di Jorge Mendes e sostenuta da un legame stretto col Paris Saint Germain.
Tornando alla stagione in corso, dopo cinque anni tra giovanili e squadra B, la scorsa estate Jorge ha ricevuto la pesante eredità di Carvalhal: in questi primi sei mesi è riuscito addirittura a migliorare quanto fatto dal predecessore, forgiando un 4-2-3-1 sulla base di una difesa che è una delle migliori in Portogallo (10 clean sheet su 20 gare in campionato). Il Braga pratica un gioco a volte non scintillante ma tremendamente concreto e arriva al match contro la Fiorentina da terza in classifica e sulla scia di 8 vittorie nelle ultime 9 gare giocate (tra cui due successi col Benfica capolista).
L’unico neo della stagione è rappresentato dalla campagna europea, con una sfortunata eliminazione in Europa League, competizione in cui è arrivata terza a 10 punti in un girone composto da Union Saint Gilloise e Union Berlino. Anche per questo, per il desiderio di rivalsa e l'approdo in una competizione in cui adesso Horta e compagni sono nel lotto dei favoriti, il doppio incrocio dei viola sarà un crash-test arduo.