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UNA FIDUCIA RIPAGATA

di Tommaso Loreto

La buona notizia sull'innocenza di Albert Gudmundsson arriva nel momento giusto, anzi sull'onda del pieno di entusiasmo fatto domenica sera con il Milan. Per l'islandese termina un anno complicato, come lui stesso ha fatto sapere via social, e anche se osservando il suo impatto sul mondo viola verrebbe da pensare il contrario, di certo non dev'esser stato facile affrontare la quotidianità con una vicenda aperta di questa portata.

Solo ripercussioni positive – La fine di tutta la querelle regala all'islandese ulteriore serenità d'animo dopo che, come detto, i primi passi in maglia viola hanno subito stregato l'intero ambiente. Dieci sulle spalle, tre reti segnate e la sensazione di poter fare sempre e comunque la differenza. Gudmundsson ha convinto fin dall'inizio, figurarsi ora che in campo potrà tornare a indossare anche la maglia della propria nazionale.

Vero e proprio affare – E la Fiorentina fa bene a dirsi soddisfatta di un'operazione che ora assume ancora più valore. Perchè se come da più parti affermato in altre condizioni portare Gud a Firenze sarebbe stato impossibile, per via di una concorrenza agguerrita di big e club più ricchi, è altrettanto vero che alla luce dell'operazione chiusa dopo un lunghissimo inseguimento, e della sentenza di ieri, i viola si trovano di fronte a un vero e proprio affare anche in termini economici. Sia per il valore attuale, e soprattutto futuro, di un Gudmundsson che ha ancora margini di crescita, sia nel raffronto per l'incasso di chi, come Nico, ha consentito alle casse viola di potersi permettere un talento del genere.


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