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UNA GIORNATA UGGIOSA

di Tommaso Loreto

Neto, De Silvestri, Natali, Felipe, Romulo......no, non riusciamo a fare le pagelle nemmeno oggi. “Che sapore ha, una giornata uggiosa?” cantava Lucio. Lo stadio  “Franchi” di quest'oggi assomiglia più ai tetri boschi di Twin Peaks che non a un catino di passione viola. Pochi, pochissimi, gli spettatori. Forse 10.000, non di più. Al completo, invece, la dirigenza.  Da ADV a Cognigni passando per Mencucci, la proprietà viola si presenta compatta a quella che si preannuncia una domenica di veleni. E quando dalla curva lo sparuto gruppo di tifosi dà il via ai cori di dissenso è tutto ancora più spettrale.

Dagli altri settori qualcuno prende le distanze, qualcun altro applaude. Cori che colpiscono tutti. Giocatori, dirigenti, comunicatori professionisti che in un solo anno hanno battuto i campioni della Serie A in quanto ad antipatia, tutti vengono presi di mira. E Andrea Della Valle, quando il suo nome rimbomba insieme alle parolacce si alza di scatto e se ne va dalla tribuna. Forse l'unico momento agonisticamente valido di tutto il primo tempo, nel quale Kharja e campagni più o meno passeggiano per il campo tra un giravolta di Romulo e l'altra (a proposito....ma non ci si poteva congedare diversamente da chi ha costruito le fondamenta esaltanti di questa squadra, per almeno 4 anni, salvo poi picconarla negli ultimi due portando questi fenomeni a Firenze?)

Questo, nient'altro, è il prodotto della gestione viola da due stagioni a questa parte. Con prospettive future che, dopo le consuete rassicurazioni arrivate con la consueta spocchia (leggere alla voce “comunicazioni  importanti a breve” o “scelte già fatte” post Lecce), ad oggi non accontentano nessuno. Su Ranieri, in altri termini, il pubblico ha già detto la sua. La società dal canto suo resta in attesa di una risposta da Oriali che, giorno dopo giorno, rischia di diventare sempre meno positiva. Il primo passo per la tanto attesa rivoluzione, tecnica e societaria, si è rivelato in sintesi falso. C'era tempo, per fare in modo che la giornata di oggi fosse la prima del nuovo ciclo, invece che l'ultima della stagione. C'era tempo per organizzarsi dopo gli addii di Corvino e Rossi, e magari svelare sin da oggi il “nuovo progetto”. Ma niente di tutto questo. La Fiorentina, in un'empasse che dura da due anni e che oggi è ancora più cupa per le difficoltà a convincere le figure da portare a Firenze per il nuovo anno, prosegue nella sua linea.

Prendendo tempo, rimandando, promettendo e, stando ai fatti, brancolando nel buio dopo la seconda stagione fallimentare. Guerini, soltanto nelle ultime 24 ore, ha confessato di considerare quella viola una società “modello”. Adv, invece, ha salutato tutti dopo nemmeno un quarto d'ora, come se certi veleni non fossero giustificabili. E' vero che la famiglia Della Valle ha di nuovo versato nella casse viola moneta contante. Ed è altresì vero che infierire, oggi, sembra avere poco senso. Ma ancora una volta alle parole non stanno seguendo i fatti, e il futuro è cupo. Cosa avrebbero dovuto cantare i pochi che ancora vengono allo stadio, “Grazie ragazzi”?