UNA MANO CHE FUNZIONA
I risultati sono sempre la medicina migliore. Più o meno in qualsiasi situazione, figuriamoci in un momento come quello attuale dove divisioni e frecciate a distanza si sprecano. Ecco perchè la vittoria di Cagliari deve essere annoverata tra i vari meriti di Pioli, che di questo passo potrebbe davvero riuscire nella clamorosa impresa di riavvicinare parti che oggi si trovano a distanze siderali.
Nella crescita di questa squadra, la cui condizione ora comincia a essere ottimale, c'è eccome la mano del tecnico, tanto più alla luce delle risposte arrivate dopo il cambio di modulo. Nel 3-5-2 di ieri sera funziona benissimo tutta la difesa, anche se Vitor Hugo era reduce dall'esordio shock a San Siro e anche se per Milenkovic era la prima assoluta. Ma funziona anche il centrocampo con Badelj e Veretout che tengono altri ritmi rispetto a Benassi e con Chiesa e Biraghi che si difendono adeguatamente sulle fasce.
In particolare Chiesa dimostra che pur cambiando posizione rimane l'elemento in grado di scatenare la scintilla, il pericolo costante della Fiorentina. Cosa funziona meno, semmai, è l'attacco. Perchè Simeone resta poco incisivo sotto porta e perchè Thereau comincia a dare segni di stanchezza. In tal senso diventa determinante l'ingresso di Babacar, uno che come atteggiamento lascerà pure perplessi, ma che sotto il profilo dei numeri resta come minimo intoccabile.
I tre punti con i quali i viola tornano dalla Sardegna regalano alla Fiorentina un Natale stranamente sereno, nonostante il rapporto arcinoto con la proprietà e nonostante un mercato di gennaio che già fa discutere. Le prove di elementi fino a oggi poco conosciuti, però, dovrebbero far riflettere. Perchè se Vitor Hugo e Milenkovic cominciano solo ora a mostrare queste doti significa che non tutto in estate è stato sbagliato. E che con qualche innesto a gennaio, oltre a prestazioni come quella di Cagliari, per questa Fiorentina l'Europa può davvero essere un obiettivo alla portata.