UNA STORIA DIVERSA
E' una vecchia storia, fino a qui spesso raccontata dalle nostre parti. Il doppio impegno (o triplo se si considera anche la Coppa Italia) da sempre rappresenta una discriminante. Per chi insegue obiettivi importanti in campionato, ma anche per chi sogna di arrivare in fondo ai cammini europei. Quante volte, d'altronde, è risuonato il ritornello delle squadre favorite "perchè non impegnate nelle coppe" o, viceversa, delle formazioni che "difficilmente arriveranno alla finale visti gli impegni in campionato".
La storia più o meno recente della Fiorentina, purtroppo, non si discosta molto dalle suddette riflessioni tipicamente italiane. La finale Uefa del 1990, per poco, non coincise con la retrocessione, mentre soltanto l'anno scorso, per raggiungere la semifinale con il Siviglia, la squadra di Montella pagò un dazio altissimo in campionato perdendo per strada punti che si sarebbero rivelati decisivi nella corsa al terzo posto. Due sfide, quelle interne con Verona e Cagliari, che nel giro di una settimana, a metà aprile, tagliarono le gambe alla Fiorentina.
Adesso che l'Europa League è solo un ricordo, però, Paulo Sousa e i suoi hanno tutto per poter continuare la corsa in campionato senza troppe distrazioni e, soprattutto, senza ulteriori fatiche. Nelle prossime due sfide, lunedì con il Napoli e venerdì prossimo con la Roma, forse potranno esserci ancora le scorie di un'eliminazione che indubbiamente brucia, ma dal mese di marzo in poi (quando i viola se la vedranno solo con il Verona in casa e poi a Frosinone prima della sosta) sarà più semplice tentare la fuga e provare a scrivere una storia diversa.