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UNA VIOLA IN EVOLUZIONE. MA NON MANCANO LE NOTE POSITIVE

di Andrea Giannattasio

Si fa fatica a fare un’analisi tattica completa di una gara che Vincenzo Italiano è stato costretto a stravolgere già dopo 16’ per una decisione arbitrale che in tante altre occasioni è stata giudicata diversamente e che invece, nella notte di Roma, ha visto la Fiorentina sfortunata protagonista in quasi tutti gli episodi. Certo, il 3-1 con cui i viola sono stati sconfitti alla prima di campionato da Mourinho lascia in dote tanta rabbia, il sentore di una fase evolutiva ancora non ben definita del gruppo (che sta lavorando insieme solo da poco più di un mese e che, a livello di mercato, è ancora un cantiere aperto) ma anche, nonostante tutto, alcune note positive. 

A cominciare dall’identità tattica che Biraghi e compagni hanno fatto intravedere sia nel primo quarto d’ora, in parità numerica, sia soprattutto quando tra fine secondo tempo e inizio ripresa (fino al gol dell’1-1) gli ospiti hanno collezionato una dopo l’altra una serie di ghiotte occasioni da gol. I numeri, del resto, confermano che la strada intrapresa è quella giusta: sia dopo i primi 45’ che al fischio finale la Fiorentina si è confermata la squadra con il possesso palla maggiore (51% contro i 49% dopo la prima frazione, 56% contro 44% al 90’) ma anche a livello di tiri totali (e in porta, soprattutto) la squadra di Italiano si è imposta in modo piuttosto netto: Rui Patricio è stato chiamato a metterci una pezza bene otto volte, mentre Terracciano - entrato a freddo - solo sei.

Discrete anche le risposte di alcuni singoli: da Biraghi (il migliore in difesa, visto che Milenkovic ha sì segnato ma è colpevolmente coinvolto sia nell’azione del rosso a Dragowski sia nell’1-0 romanista) passando per Maleh (motorino inesauribile di centrocampo, alla sua prima apparizione in assoluto in Serie A) fino a Nico Gonzalez in attacco, che si rivelerà sicuramente l’arma in più dai viola nel corso della stagione. E allora cos’è mancato? Di sicuro la fortuna, visto che sul terreno dell’Olimpico, metaforicamente parlando, una volta che è iniziato a piovere poi ha preso a grandinare (l’escalation horror è stata: gol fallito da Callejon, rosso a Dragowksi, gol di Mkhytarian) e poi un pizzico di maturità nel gestire - peraltro in parità numerica riacquisita - quello che era stato uno strameritato pareggio. La qualità extra-large della Roma e una retroguardia viola infarcita di riserve ha poi fatto il resto.

Di questo e di altro Italiano potrà parlare con i suoi collaboratori da domani, quando inizierà la preparazione della gara con il Torino in attesa che, magari, anche il mercato in entrata possa dare una mano sensibile all’allenatore.