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UNA VIOLA MINUSCOLA CONTRO LE PICCOLE

di Andrea Giannattasio

C’è un dato inequivocabile che balza all’occhio ogni qual volta si prova ad analizzare quella che sin qui è stata la stagione della Fiorentina. Ed è inevitabilmente quello riferito al rendimento che la squadra viola ha avuto nell’arco di 34 giornate di campionato contro le squadre piccole. Per esemplificare, con l’ausilio dei numeri, quello che è stato il percorso della formazione di Paulo Sousa a quattro turni dal termine di questa fastidiosissima annata, basta prendere come termini di riferimento le attuali ultime cinque squadre in classifica della Serie A. In ordine di apparizione, direbbero i cineasti, Genoa, Empoli, Crotone, Palermo e Pescara. Tutte formazioni che probabilmente, per ciò che hanno prodotto in campo in questo campionato, avrebbero tutte avuto dei validi motivi per retrocedere in B, ma solo a tre di queste spetterà l’”ambito” premio. 

Ad eccezione del Pescara, che la Fiorentina incrocerà nell’ultimo turno di campionato al Franchi il 28 maggio, i viola hanno già avuto modo di affrontare le altre quattro formazioni già due volte, senza però o mai riuscire a conquistare i sei punti nei due scontri o, peggio ancora, senza nemmeno ottenere la vittoria. È il caso, quest’ultimo, del Genoa, contro il quale i viola sono caduti all’andata per 1-0 (grazie anche ad alcune mirabolanti invenzioni tattiche di Sousa) e sono riusciti nell’impresa di pareggiare al ritorno (3-3 al Franchi). Le cose non vanno di certo meglio se si passa ad analizzare quello che invece è stato il rendimento contro il Crotone, dove all’andata - in una piovosa notte di ottobre - la Fiorentina è riuscita ad acciuffare il pareggio a pochi minuti dalla fine della partita, mentre al ritorno ha pescato il suo jolly da tre punti con Kalinic in pieno recupero. Evento, quest’ultimo, che si è verificato anche contro il Pescara nel recupero della 19a giornata, quando il Tello che non ti aspetti regalò ai viola una vittoria che sembrava poter cambiare il corso delle cose.

Male a tratti malissimo il rendimento dei gigliati anche al cospetto di Empoli e Palermo. Con gli azzurri, dopo la straripante scorpacciata di gol al Castellani (0-4), nel match di ritorno è infatti arrivato un ko casalingo che ha spezzato l’imbattibilità interna dei viola (non senza le invenzioni di Mazzoleni e dei suoi arguti assistenti) mentre con i rosanero - con un piede e 3/4 ormai in B - è arrivato domenica scorsa una sconfitta che più che di rinuncia ai sogni europei sa di profonda umiliazione. Una sensazione peraltro già provata nella gara d’andata, quando servì una capocciata di Babacar al 93’ per evitare alla Fiorentina il solito pareggio incolore contro una piccola.

Il totale? È presto fatto: in nove partite contro le ultime cinque (come detto manca ancora il confronto con gli uomini di Zeman alla 38a), la Viola di Sousa ha inanellato la bellezza di quattro vittorie, due pareggi e tre sconfitte. Pari a quattordici punti messi in cascina su ventisette disponibili: poco più della metà. Una vera e propria miseria. Certo, il mercato di luglio e gennaio avrebbe in buona parte contribuito ad evitare tutti questi passi falsi in sequenza. Ma la sensazione che sarebbero potuti bastare anche solo gli attuali elementi presenti nella rosa è una ipotesi molto più relistica.