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UNITI, COMPATTI, ABBRACCIATI... OGGI PIU' CHE MAI

di Luciana Magistrato

Il carisma e la forza da leader ancora non ce l'ha, forse la fascia non sarà mai sua, ma Riccardo Saponara ha imparato a tirare fuori quello che sente e a non aver paura di dirlo agli altri. Così anche stavolta diventa il suo profilo Instagram il mezzo per capire cosa ha lasciato Astori nel gruppo viola ad un mese esatto dalla scomparsa: unione, compattezza e abbraccio, in una parola forza, che sono le parole che usa appunto il trequartista quasi in uno sfogo catarchico, indipendentemente da chi scenderà in campo.

Un'unione e un abbraccio che comprendono anche la dirigenza ed è per questo che, con Della Valle all'estero con la famiglia, è stato Gino Salica a passare la Pasqua e pranzare al centro sportivo con tutto il gruppo viola e i familiari (120 persone) ed è il presidente Mario Cognigni ad essere in ritiro da ieri con la squadra, così come a Torino. Un mese fa tutto era diverso, proprio ad Udine dottori, tecnico e team manager dovettero prendere in mano la situazione della morte di Davide Astori da soli e la società ha deciso così di essere più presente anche nei ritiri.

Stavolta d'altronde la trasferta ha un sapore particolare, fortemente emotivo, di chi in quella città ha perso qualcuno di prezioso e vuole riscattarlo e farlo rivivere attraverso i suoi insegnamenti. "Temere Udine? No, Davide è sempre con noi" ha risposto Simeone dopo la gara con il Crotone, ma difficile dire cosa abbiano pensato i giocatori viola a colazione (mai consumata da Astori ad Udine il 4 marzo), cosa penseranno in campo quando, al minuto 13, ricorderanno ancora il loro capitano.

La società ha fatto il possibile, cambiando albergo anche se quello nuovo si chiama Astoria e parla del capitano ancora più dell'altro (ma la scelta di alberghi adatti ad ospitare una squadra non è infinita in una città) e compagnia aerea, la squadra dovrà fare il resto con la consapevolezza che gli avversari ora temono e si preparano ad affrontare questa forza e per questo i viola dovranno dare ad ogni partita qualcosa di più, sempre "uniti, compatti, abbracciati, cioè forti" appunto.


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