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UNO DI NOI

di Tommaso Loreto

Adesso la metamorfosi è davvero completata. C'eravamo lasciati con un Andrea Della Valle piombato come un fulmine in quel di Moena, nel corso del ritiro estivo. Gli acquisti non arrivavano, la Juve continuava a premere per Jovetic e la piazza s'interrogava sul suo prossimo, imminente, futuro. Fu proprio in quel momento, a cavallo tra luglio e agosto,che ADV s'impose come prima reale garanzia sulla rinascita della Fiorentina. Perchè oltre a blindare Jovetic e a regalare entusiasmo a una tifoseria depressa da due stagioni, era soprattutto la vicinanza fisica del patron a tranquillizzare tutti sul fatto che, certi errori, non sarebbero stati ripetuti.

Poi arrivò anche il giorno dell'esordio, il 26 agosto al "Franchi". Quando in un bagno di sudore l'esultanza del presidente gigliato mandò in visibilio tutti i sostenitori viola già esaltati dalla doppietta di JoJo contro l'Udinese. Adesso, però, Andrea Della Valle è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio elemento cardine di questa Fiorentina. Tanto che non ci sarebbe nemmeno troppo da stupirsi se, in curva, qualcuno cominciasse a chiamarlo "Uno di noi". Che i rapporti con la Juventus, del resto, si fossero ormai deteriorati del tutto era facile intuirlo già dai tempi dei comunicati anti-Berbatov, alla chiusura del mercato estivo, ma con la riposta arrivata ieri nel dopo gara di Fiorentina-Lazio il processo è del tutto terminato.

"Agnelli in discoteca? Magari ci andremo anche noi, visto che dobbiamo festeggiare i trent'anni dello scudetto del 1982. Quel tricolore ce lo sentiamo ancora sul petto..." ha sussurrato ADV uscendo dallo stadio. Con un sorriso a metà. Dettato (immaginiamo) dal fastidio per quanto riferito da Marotta, dal ricordo di un evento indelebile come quella beffa, e anche per quanto accaduto ieri a Catania a conferma che passa il tempo ma talune situazioni restano immutate. Lontano e indifferente ai viola fino soltanto a qualche mese, ora Andrea è di nuovo saldamente al comando della sua Fiorentina. Con davanti gli orizzonti stuzzicanti di questa stagione, e le eventuali opportunità di un nuovo stadio. Con un patron in questa forma c'è di che essere ottimisti.