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V PER VENDETTA

di Andrea Giannattasio

La vita, per Alberto Aquilani, è davvero strana: succede che nell'estate 2009 il suo attuale direttore sportivo, ai tempi della Roma (Daniele Pradè), decide di venderlo per 20 milioni di euro al Liverpool, dove ad attenderlo c'era niente popò di meno che un altro uomo di conoscenza viola: Eduardo Macìa. Accade poi che, dopo tre anni alterni - fatti più di bassi che di alti - proprio il dirigente che lo aveva ceduto, assieme guarda caso al personaggio che 36 mesi prima aveva creduto in lui e lo aveva comprato (potremmo dire: ''l'uomo che comprò due volte il Principino''), riesce a riportarlo definitivamente in Italia, praticamente a zero euro: una chance irripetibile grazie alla quale Aquilani dimostra di non essere affatto quel giocatore etichettato da tutti come perennemente ''rotto'', ma di essere probabilmente maturo per la sua consacrazione calcistica. Se poi ci si aggiunge che esattamente nel momento più scintillante dell'avventura viola dell'ex Liverpool (reduce da tre gol nelle ultime sei partite) l'avversario sulla strada della Fiorentina per la corsa alla Champions si chiama proprio AS Roma, le coincidenze assumono davvero proporzioni interessanti.

Proprio quella Roma che nel lontano 2009 non aveva creduto in lui e che per far fronte a problemi di natura economica si era privata a cuor leggero di uno dei giocatori con la più grande prospettiva di crescita, è adesso lo scoglio più grande che si pone davanti alla strada della Fiorentina, chiamata adesso a quattro vere e proprie finali per continuare, almeno, a tenere sull'orlo del baratro un Milan sicuramente non in forma smagliante come i viola e con ben impressi i fantasmi-Champions della stagione 2007-2008. Adesso, però, per Aquilani l'occasione è doppia: mostrare a Vincenzo Montella di aver finalmente raggiunto un livello da top-player e ''vendicarsi'' sportivamente di quanti, in passato, o non hanno creduto in lui oppure, più cinicamente, lo hanno usato come vero e proprio capro espiatorio per problematiche economiche totalmente esterne a fattori di campo. E nel contempo, magari, regalare alla Fiorentina la certezza dell'Europa League, un traguardo che potrebbe arrivare matematicamente già domenica qualora, con un successo dei viola, Udinese ed Inter non dovessero ottenere risultato pieno.