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VALORE E VALORI

di Tommaso Loreto

Il processo di per sè sarebbe irreversibile in qualsiasi piazza. Lo diventa ancora di più laddove l'incertezza regna sovrana, senza cioè una chiara programmazione rivolta al futuro. E allora non c'è da stupirsi più di tanto se la sconfitta di Verona, a Firenze, è stata presa come la semplice conseguenza di un mercato che ha fatto a lungo discutere. I sette punti fin qui collezionati dalla squadra di Pioli, per molti, altro non sono che lo specchio di una squadra indebolita dall'allontamento della proprietà (e dall'azzeramento degli investimenti). 

Un concetto a lungo dibattuto anche nel corso degli ultimi mesi della gestione Sousa, quando non era semplice distinguere tra il valore dei singoli e l'effetto di una disgregazione interna ineluttabile. Aspetti che oggi tornano di moda e che, probabilmente, saranno riproposti a scadenze regolari dinanzi a qualsiasi sconfitta, ma che non necessariamente implicano una Fiorentina già condannata. 

Non è detto, in altri termini, che la squadra viola sia propriamente quella vista a Verona, così come al tempo stesso è innegabile che il valore generale della squadra sia sceso rispetto agli scorsi anni. Ma nel mezzo, prima ancora di qualsiasi giudizio che dopo 7 giornate sarebbe comunque prematuro, c'è tutto il lavoro di Pioli, inclusi i cambiamenti che il tecnico potrebbe mettere in atto da qui alla ripresa del campionato. Prima ancora di lasciarsi andare al toscanissimo "è tutto sbagliato, è tutto da rifare" tanto vale attendere i primi correttivi in corsa da parte dell'allenatore viola.