VARGAS DAY, Esemplare raro di una specie estinta
Guardatevi in giro, fate una ricerca tra le squadre d'Italia e di tutta Europa e cercate un'ala, un esterno sinistro del valore di Vargas. Potrebbe essere un nuovo gioco. "Trova le ali". Una mission se non impossible, quasi. Nel calcio dei rombi, degli alberi di Natale e dei quadrati magici, c'è sempre meno spazio per gli esterni puri, quelli che un tempo, o tempora o mores, venivano chiamate "ali".
Una specie in via d'estinzione. Per questo a Firenze possiamo sentirci privilegiati. Nel giardino tutto Viola allestito da Mastro Pranda e dal PandaLeo soggiorna uno degli esemplari più maestosi. Juan Manuel Vargas, peruviano dal mancino perfido e dalla potenza devastante. Impressionante il rendimento del numero sei viola in questo primo scorcio di stagione. Goal, assist, cavalcate inarrestabili e una qualità nelle giocate da campione vero.
Fa la differenza, questro treno che vola sulla corsia mancina. In partite sempre più dominate da contrapposizioni tattiche studiate sino allo spasimo, dove i calci da fermo sono diventantate le più preziose occasioni per andare in rete, avere un esterno capace di saltare l'uomo, di cercare la linea di fondo e di mettere in area decine e decine di palloni è varemente tanta roba.
Pochi, veramente pochi, i giocatori di questo tipo. Soprattutto a sinistra. Se a destra qualche esterno importante esiste ancora - pensiamo a C. Ronaldo, a Lennon del Tottenham, a Camoranesi e a Ribery, per esempio - molto più rari sono i mancini. Ci viene in mente il vecchio e glorioso Giggs, che sempre più raramente però viene schierato sulla fascia. E poi? La Juventus nel 4-2-3-1 schiera Giovinco o Iaquinta, tutto tranne che ali. Nel Milan a sinistra gioca Ronaldihno, trequartista prestato alla fascia. Ci sono giocatori in grado di stazionare su entrambe le corsie, ma mancini puri, cavalli di razza, poco o nulla. Vargas, appunto, e forse Robben.
Ecco perchè a Firenze adesso tutti coccolano il peruviano. Da ragazzone timido e impaurito a belva incontenibile. In un anno Juan si è trasformato. Questione di ruolo, e di convinzione. Ora tutti lo esaltano, e non potrebbe essere altrimenti. Quando ti ritrovi in casa un magnifico esempio di una specie in via d'estinzione, non puoi che metterlo in una palla di vetro, metterti comodo e ammirarlo felice. Con la sensazione, dentro di te, di essere fortunato. Molto fortunato.