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VARIANTE OFFENSIVA

di Tommaso Loreto

Sulla questione attacco il club gioca in difesa, pur con la sensazione confermata dai protagonisti che possa diventare davvero la priorità del prossimo mercato, magari su stimolo del tecnico. D’altronde in attesa di capire scenari e proposte della finestra estiva non avrebbe troppo senso sminuire il lavoro svolto nell’arco della stagione, tanto più dagli attaccanti. E allora, forse, si spiega anche così la tutela delle scelte offensive che nel giro di un anno e mezzo hanno portato in viola prima Ikonè e Cabral e poi Luka Jovic all’interno di una complessa trattativa. Successori di un centravanti la cui partenza è stata più volte tirata in ballo per lodarne (giustamente) i contorni economici, ma che con i 17 gol lasciati in dote dal parecchio citato Vlahovic non pare esser stata del tutto tamponata con adeguate sostituzioni.

Al di là di paralleli interpretabili secondo diversi punti di vista (in un senso l’incidenza del trio completato dai 14 gol complessivi di Nico Gonzalez che pone i viola dietro solo a Inter e Napoli in serie A, nell’altro con i 14 centri complessivi in A che relegano comunque Cabral e Jovic dietro alla maggior parte delle coppie offensive del campionato) è innegabile come soprattutto nell’area di rigore avversaria i viola abbiano avuto difficoltà, basterebbe prendere in considerazione il 29.mo posto di Cabral (22 tiri) e il 39.mo di Jovic (20) nella classifica delle conclusioni in porta (graduatoria guidata da Osimhen con 26 gol su 55 tiri complessivi) per trovare prime conferme.

Di fatto è vero che i 30 gol messi a segno da Jovic e Cabral tra campionato, Conference e Coppa Italia sono stati fondamentali nell’allungare la stagione a 60 gare e due finali, ma è anche vero che se paragonata ad altre rose quella viola pare aver evidenziato lacune offensive non indifferenti, tanto più se si aggiunge un apporto degli esterni relativo (i più prolifici restano Saponara e Ikonè con 6 centri ciascuno seguiti dall’adattato Kouamè a quota 5, per un bottino che resta distante dai 13 centri di Lookman, dai 12 di Berardi e Kvaratskhelia o dagli 11 del corteggiato Orsolini).

Non solo, perché se nei conteggi sui gol dei terzetti offensivi Lazio, Milan e Roma restano dietro ai viola, dovrà esser tenuto di conto anche lo stop di un Immobile per la prima volta sotto i 20 gol in campionato dopo un triennio da 26, 20 e 27 centri e cui Sarri ha posto rimedio grazie a Zaccagni (10 gol) e Felipe Anderson (12), mentre il peso dei gol di Giroud andrà letto anche alla luce dei 5 centri in Champions League e al netto del sostegno di Leao (16 gol totali uniti ad altri 15 assist complessivi) concludendo con la difesa blindata da Mourinho che in assenza dei gol di Abraham ha incassato 5 gol in meno rispetto a quella di Italiano. Un parziale, quello difensivo, ancora migliore per i 10 gol subiti in meno che ha poi permesso anche alla Juventus di precedere la Fiorentina di 6 punti e assicurarsi il settimo posto, senza necessariamente snobbare Vlahovic capace di toccare doppia cifra in campionato (10).

Insomma, andando semplicemente a sommare quanto realizzato da Jovic e Cabral in Italia e in Europa si può anche legittimamente sperare nel futuro, ma leggendo il solo campionato (dove i valori appaiono diversi dalla Conference League o dal percorso affrontato in Coppa Italia con Sampdoria, Torino e Cremonese) si rischia di tralasciare che anche Ciofani e Dessers hanno messo insieme nella retrocessa Cremonese gli stessi 14 gol segnati dell’accoppiata in questione.  Dati che uniti alle indicazioni del tecnico (che già nel corso della stagione si era espresso sulle difficoltà offensive e che comunque nella continua alternanza sulla scelta del titolare ha confermato più di una difficoltà) dovrebbero portare la Fiorentina a caccia di novità in attacco, magari tornando su opzioni già sondate come Dia e Nzola (che con 16 e 13 gol in campionato distanziano comunque gli 8 di Cabral e i 6 di Jovic) o tentando quel Milik che in Italiano trova un forte sponsor.

Una variante offensiva da inserire negli schemi impiegati e perfezionati dall’allenatore durante la stagione, ma che possa renderne l’esito sotto porta, cioè l’obiettivo primario, assai diverso rispetto a quanto visto fino all’atto finale di Praga.