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VICE-VLAHOVIC CERCASI: LE ALTERNATIVE LATITANO

di Alessandro Di Nardo

Dusan Vlahovic è il totem della Fiorentina, centravanti del presente e- incrociando le dita per la questione rinnovo- anche del futuro. Ma dietro di lui? Oltre alla grana regista, alle possibili operazioni in entrata e in uscita in difesa ed al sostituto dell’ormai partente Pol Lirola, Pradè, Burdisso & Co. dovranno lavorare in questi mesi di mercato anche per scovare il profilo giusto per il ruolo di “vice-Vlahovic”. Già da questo appellativo si capiscono le caratteristiche che dovrà avere: di sicura affidabilità, capace di rivestire il ruolo del serbo (quindi quello di prima punta in un attacco completato da due esterni) ma soprattutto un calciatore capace di entrare nell’ordine di idee di essere un sostituto. Se sta bene, gioca Dusan: lo abbiamo visto nella scorsa stagione, da quando Prandelli lo ha lanciato, il numero 9 viola ha di rado rifiatato; 37 presenze su 38 in campionato e 24 titolarità su 24 da inizio 2021. Un utilizzo, quello del centravanti serbo, dettato dalle stringenti esigenze di classifica e dal rendimento monstre dello stesso Vlahovic (21 gol in campionato, 17 nel nuovo anno) ma anche dall’assenza di una vera alternativa. Se è vero che il fisico e l’età del serbo lo portano a poter sopportare un carico di fatica non indifferente, è altrettanto vero che per un attaccante diventa necessario prendersi qualche partita o spezzone di gara di riposo per mantenere lucidità.

E la sfida di quest’estate sarà quindi capire chi potrà sostituirlo in questi momenti: se si dà un’occhiata a quello che c’è in casa, non sembrano esserci grandi alternative. Di calciatori che possono rivestire il ruolo di prima punta nella rosa viola ce ne sono due: uno è Christian Kouame, che nel suo anno e mezzo in viola non ha però dato garanzie in nessun ruolo in cui è stato utilizzato; l’ivoriano, impiegato spesso a partita in corso anche nel finale di stagione, è sempre sembrato in crisi a giocare spalle alla porta e nel ruolo di vice-Vlahovic non può dare garanzie. In più l'ex Genoa avrà meno tempo dei compagni per assimilare i dettami di Italiano, visto che, impiegato alle Olimpiadi, rientrerà a Firenze ad agosto inoltrato. Di garanzie ne ha date poche anche Aleksandr Kokorin che in 6 mesi a Firenze si è visto solo in quattro frangenti in campo (91 minuti complessivi) prima dell’infortunio all’anca che lo ha messo ko da marzo in poi. A Moena Vincenzo Italiano sta provando a dargli fiducia, sia durante gli allenamenti che nelle amichevoli, ma il russo sembra ancora un corpo avulso alla squadra sia quando parte sull’esterno che quando viene impiegato da punta, ruolo per altro che, per caratteristiche tecniche, lui non sembra prediligere molto e che ha ricoperto solo per qualche mese nel 2017, nello Zenit di Roberto Mancini.

Sul mercato qualche nome è stato fatto ma, ad oggi, non sembra esserci niente di concreto: si è parlato di Nwankwo Simy, protagonista di una seconda parte di stagione col Crotone che ha fatto venir gola a tante squadre di Serie A. Ancor più fredda la pista che porta a Leonardo Pavoletti, accostato a inizio mercato ai viola ma che sembra destinato a rimanere a Cagliari. Per il resto, sulla piazza, non sembrano esserci attaccanti che rispondano a caratteristiche di ruolo ed economiche che fanno al caso della Fiorentina. E così la soluzione potrebbe seguire la moda degli ultimi tempi e le inclinazioni del nuovo mister viola: trovatosi infatti a fare i conti con l'assenza del suo centravanti titolare (N'Zola)  per diverso tempo, Vincenzo Italiano nell'ultima stagione decise di schierare il suo Spezia con il falso nueve, trovata guardiolesca che al tecnico siciliano riuscì piuttosto bene (emblematica la partita contro il Milan, in cui lo Spezia vinse dominando possesso e gioco utilizzando Kevin Agudelo come finto centravanti); una soluzione che, in caso di emergenza, potrebbe essere attuata anche quest'anno, magari utilizzando come "prima punta" un giocatore, Riccardo Saponara, che meglio degli altri sa quello che richiede Italiano.


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