VIOLA E GRANATA, Storia di un legame oltre i colori
Fonte: Alessandro Di Nardo
“Il nemico del mio nemico è mio amico”. Su questo vecchio aforisma sembra essere nato il rapporto di amicizia che da più di 50 anni lega le tifoserie di Fiorentina e Torino. Con precisione non sappiamo a quando risale il gemellaggio tra viola e granata, legame che però viene fatto risalire alla fine degli anni ’60: in quel decenno i gigliati contendevano con l’altra squadra di Torino, la Juventus, ai vertici della classifica; fu proprio quello il momento in cui si acuì la rivalità tra viola e bianconeri ed i cugini di quest’ultimi, i granata, si schierarono subito dalla parte dei toscani.Inquadrato in quel determinato periodo storico, caratterizzato proteste sociali contro l’establishment che sfociarono poi nei moti del ’68, la Juve e la famiglia Agnelli rappresentavano proprio quella realtà d'elite contro cui gli studenti ed i lavoratori protestavano.
Torino e Fiorentina furono uniti quindi solo dal comune astio verso i colori bianconeri? Non del tutto vero, visto che già prima degli scontri ad alta classifica degli anni ’60 tra Fiorentina e Juventus, i toscani avevano instaurato ottimi rapporti col Toro: i viola furono infatti tra le prime squadre a tendere la mano al club granata all’indomani della tragedia di Superga del 4 maggio 1949; la società allora guidata dal presidente Carlo Antonini e sul campo dal tecnico Luigi Ferrero prestò infatti diversi giocatori delle giovanili al Torino in modo da permettere al club di completare il campionato in corso. Questo fu il più significativo dei tanti gesti di solidarietà tra le due realtà, che a cavallo tra gli anni ’60 e ‘70 furono unite ancor di più da una da una figura mitologica del tifo dell’epoca, di cui rimane solo il soprannome, “Cucciolo”. Di origini pratesi e trasferitosi all’ombra della Mole per lavoro, Cucciolo divenne un gran tifoso del Toro ma non rinnegò le sue origini toscane: fu infatti lui ad ospitare un gruppo di tifosi fiorentini alla vigilia di una gara a Torino contro la Juventus, in un periodo in cui le trasferte erano logisticamente proibitive e assai pericolose. Cucciolo divenne il simbolo del gemellaggio, un toscano trapiantato in Piemonte più volte capace di aiutare i supporters viola.
A cementare il gemellaggio arriva la vittoria del secondo scudetto della Fiorentina, arrivata matematicamente nel maggio 1969, a Torino : dopo il 2-0 alla Juve siglato da Chiarugi e Maraschi i tifosi fiorentini e torinisti festeggiarono insieme. Tanti altri sono i momenti di unione tra il Toro ed il Giglio; anche un momento di tensione, in cui questo patto fra tifosi sembrò incrinarsi, quando nell’agosto 2015 Marcos Alonso festeggiò una rete realizzata contro i granata mimando sotto la curva avversaria il gesto del matador. Chiarito l’equivoco gli animi tra i club sono tornati distesi e ci sono stati altri momenti di solidarietà tra i club, come l’apertura di uno spazio all’interno del museo del Grande Torino dedicato al rapporto tra i due club o la solidarietà dei granata a seguito della morte di Davide Astori.
In conclusione, il legame tra Fiorentina e Torino nasce da un nemico in comune, ma ripercorrendo le vicende dei due club, il loro rapporto più che dall’odio sembra caratterizzato da una connessione stretta che si è creata nel corso degli anni: la linea temporale di Fiorentina e Torino si è più volte incrociata fino ad intrecciarsi e la condivisione di pagine, spesso traumatiche, di storia ha rafforzato un legame che va oltre a quello del semplice tifo e arriva al modo di intendere il calcio e la vita.