VIOLA, E' tutta una questione di modulo
Alla vigilia della difficile trasferta contro la Lazio, molti sono i dubbi di formazione che rimangono da sciogliere. Innanzitutto il modulo. Le assenze forzate a causa squalifica di Gamberini e Cassani, oltre naturalmente a quella prolungata di Olivera, fanno pensare che, la possibilità che Rossi torni a schierare una difesa a quattro non sia poi così remota. D'altro canto Felipe e Camporese, sono mesi che aspettano un'occasione del genere per tornare a farsi vedere in serie A.
Iniziamo dalle ipotesi di formazione nel caso in cui si continui con il 3-5-2. Dato per scontata la titolarità di Boruc in porta, la difesa dovrebbe schierarsi con Natali al centro, Nastasic a sinistra e Camporese a destra. Da tenere sott'occhio la posizione di Felipe, in panchina nelle ultime uscite e pronto a giocarsi la sua chance. A centrocampo Montolivo dovrebbe essere il vertice basso, con Behrami e Lazzari a giocare come interni. Sugli esterni Pasqual tornerà a prendere il suo posto sulla fascia sinistra, mentre a destra potrebbe esserci un ballottaggio tra De Silvestri e Romulo, con l'ex laziale favorito. In attacco nessun dubbio, con Jovetic ad agire accanto ad Amauri.
Se invece Delio Rossi decidesse di tornare clamorosamente al 4-4-2, magari per difendersi meglio contro una Lazio decisamente pericolosa, allora gli interpreti potrebbero cambiare. La linea difensiva a quattro vedrebbe De Silvestri a destra, Natali e Nastasic centrali, con Pasqual ad agire come terzino sinistro. A centrocampo Montolivo potrebbe essere affiancato da Lazzari, con Behrami spostato nel suo vecchio ruolo di esterno destro di centrocampo e Vargas a cercare riscatto sulla fascia sinistra. Ovviamente confermando i due attaccanti Jovetic e Amauri.
Considerando le molte assenze, le scelte di Delio Rossi non sono certo facili. Due punti fermi da cambiare obbligatoriamente non è una cosa da tutti i giorni. Agli occhi dei tifosi una bella nota potrebbe essere la fascia da capitano intorno al braccio di Jovetic, ma per il resto, la consapevolezza di essere in un momento tutt'altro che felice riaccende quei timori, che ti spingono più a guardarti le spalle piuttosto che alzare lo sguardo e guardare ad un futuro europeo destinato a rimanere un sogno.