VIOLA PROFONDO ROSSO: I NUMERI DELLA CRISI
Tre reti subite, una prova da encefalogramma piatto e l’uscita tra i fischi dei cinquanta stoici tifosi che hanno seguito la squadra fino al confine dell’Europa: la buia serata di Istanbul certifica il momento altrettanto buio della Fiorentina di Vincenzo Italiano. Una crisi di idee prima che di risultati, che sta portando tifosi ed addetti ai lavori a mettere in discussione una squadra che pochi mesi fa aveva conquistato tutti con una cavalcata che si era conclusa con l’Europa. Un mercato che sembra presentare qualche falla, tanti problemi fisici ed alcune idee, quelle che avevano portato i viola al settimo posto l’anno scorso, che sembrano improvvisamente “scadute”. Tante le possibili cause di questo momento no, che si concretizzano in numeri impietosi che andiamo ad analizzare.
La Fiorentina è reduce da un filotto di 8 partite senza vittorie (l’ultima è arrivata un mese fa, nell’andata dei playoff contro il Twente); si tratta di un record negativo soprattutto per Vincenzo Italiano, che cavalca la striscia più lunga senza successi dal lontano 2016, quando guidava la Vigontina (Serie D) e infilò una serie di 9 gare senza vittoria. I numeri impietosi riguardano soprattutto l’attacco e parlano di una sterilità offensiva che si è quasi tastata con mano nella serata allo stadio Fatih Terim: quella di ieri è stata la quinta partita in cui i viola non sono riusciti a segnare sulle 10 complessive giocate in questo inizio di stagione. In generale le reti sono 8, tutte provenienti da marcatori diversi. La Fiorentina non segna più di una rete in una gara proprio dall’ultima vittoria, 2-1 contro il Twente (reti di Nicolas Gonzalez e Arthur Cabral). Da lì i rubinetti offensivi si sono intasati, soprattutto in trasferta, dove i viola hanno segnato solo una rete in 5 uscite.
Una mancanza di prolificità che è causata soprattutto da una difficoltà a creare chiare occasioni da gol: in questo caso i dati di Conference League e Serie A combaciano, perché vedono la squadra di Vincenzo Italiano come una delle formazioni che tira di più verso la porta avversaria (36 conclusioni tentate in Europa, 98 in campionato) a fronte di una realizzazione bassissima (1 rete in due partite nei gironi di Conference, 5 gol in 6 giornate in Serie A). La Fiorentina però non spreca tanto sotto porta ma riesce a costruire quasi solo conclusioni ad alto coefficiente di difficoltà. Lo dimostra il dato sugli expected goals, un’unità statistica che calcola probabilità che ha una conclusione di andare in rete tenendo in considerazione la pericolosità (distanza dalla porta e posizionamento dell’attaccante): la Fiorentina è dodicesima in xG in Italia e tra le ultime in Europa considerando queste prime due partite dei gironi. Tanti tiri ma velleitari, sintomo della difficoltà della squadra di Italiano di produrre chiare palle-gol.
Preoccupante anche l’andamento delle partite dei viola: la Fiorentina infatti ha più volte dimostrato di far fatica a reagire dopo una rete subita, lo dimostra il fatto che i gigliati hanno conquistato solo un punto da situazione di svantaggio (l’1-1 contro la Juventus). Biraghi e compagni hanno però anche difficoltà nello sbloccare e mantenere il vantaggio: se ci concentriamo sulla Serie A, la Fiorentina è stata in vantaggio per 38 minuti complessivi in queste 6 giornate ed in generale ha mantenuto il vantaggio iniziale solo contro Cremonese (in una gara in cui i grigiorossi hanno comunque riacciuffato il risultato per due volte)- e in Europa col Twente.
Oltre alle pessime statistiche individuali dell’attacco, sono proprio questi dati collettivi a far risuonare una grossa sirena d’allarme dalle parti di Viale de’Fanti. Il tempo è poco e le criticità sono tante: urge un cambio di rotta già da domenica contro l’Hellas, per evitare a Italiano ed alla squadra di passare una sosta da passare nell’occhio del ciclone.