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VIOLA, SLITTA TUTTO IN ATTESA DI PIOLI IN LEGA. AL RITORNO...

di Luciana Magistrato

Prosegue il silenzio al centro sportivo dove ci sono solo i due direttori sportivi, Giancarlo Antognoni e Sandro Mencucci. Prosegue la riflessione della Fiorentina in attesa di un confronto tra tutte le parti, slittato solo a causa dell'impegno del tecnico Stefano Pioli a Milano (incontro obbligatorio in Lega tra allenatori e capitani dei club e gli arbitri). La società ha ritenuto inutile togliere il giorno libero alla squadra e affrontare subito il problema vista l'assenza certa di Pioli e Pezzella che da capitano dovrà essere presente in caso di decisioni sulla squadra o sul tecnico. La sua voce avrà un peso insomma. Il comunicato di ieri era per sottolineare che, nonostante questa attesa, la società non ha  gradito la sconfitta e vuole risolvere la situazione.

Stefano Pioli a Milano è apparso sereno e fin troppo sorridente, d'altronde non è certo la Lega il posto giusto per sfogare i suoi problemi che affronterà, da adesso in poi, nelle sedi opportune. Potesse tornare indietro infatti difficilmente parlerebbe di nuovo in conferenza stampa del suo futuro (come nel post gara con la Lazio), innescando conseguenze che forse non si immaginava. Il braccio di ferro della società (che invece di rassicurarlo ha pensato di metterlo al suo posto, con le dichiarazioni via Sky del presidente esecutivo, in un film già visto altre volte) ha infatti poi creato degli alibi a certe prestazioni come quelle di Cagliari e Frosinone, togliendogli credibilità e sicurezze.

Presumibilmente Cognigni, se non Della Valle (presente magari in call conference), chiederà a tutti i componenti (allenatore, giocatori, chi ha costruito la squadra) perché una squadra che, senza la punta, a dicembre era vicino alla zona Champions (-4), con i gol di Muriel in più è in caduta libera. Se a Roma la prestazione è stata comunque accettabile, non si possono accetare sconfitte e prove inguardabili come quella di ieri. La società si aspetta una risposta ma soprattutto una scossa perché ci sono ancora sette partite di campionato e una semifinale di Coppa Italia (magari anche una finale) da giocare e vanno affrontate con un atteggiamento diverso. Soprattutto la Coppa Italia non si può giocare con una squadra così demotivata e sotto ritmo e tono. Un po' il discorso che i Della Valle un anno fa fecero dopo la sconfitta casalinga con il Verona, alla vigilia guarda caso della sfida con il Bologna che arriverà domenica al Franchi (i Della Valle nel 2018 si presentarono a sopresa in ritiro nella città felsinea).

Quello che non si vede più infatti è lo spirito di una squadra che aveva voglia di lottare per un obiettivo (l'Europa) e soprattutto di lottare insieme. La sensazione ora è che ognuno vada per conto suo e abbia la testa altrove, senza pensare che il mercato passa anche da queste ultime prestazioni perché chi ambisce a squadre che giocano la Champions non può pensare di andarci facendosi battere dal - con tutto il rispetto - Frosinone. Domande che saranno rivolte, ripetiamo, a squadra, allenatore e chi ha costruito la squadra. Se servirà per raccogliere le idee e ritrovare lo spirito di gruppo, la società è disposta a portare anche la squadra in ritiro, fuori Firenze o anche solo per qualche giorno in più nel solito hotel fiorentino, visto che domenica si giocherà in casa. L'argomento si affronterà in serata al ritorno di Pioli e Pezzella o al più tardi e con la squadra al completo domani. Difficilmente ci sarà un esonero immediato, a meno di dimissioni o di colpe gravi additate al tecnico stesso.