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VIOLA, Storia di una fiorentinità perduta...

di Marco Conterio

E' quel fuoco sacro che arde dentro, la marcia in più, quel senso di appartenenza che dona benzina alle gambe e fiato ai polmoni. E l'amore per la maglia, l'identificazione in un colore, viola nel caso specifico. Nascere, crescere e giocare nella stessa città, si suppone, è l'obiettivo principe di ogni giocatore. Totti e De Rossi con la loro Roma, Maldini con la sua Milano, Di Canio con la Lazio e via di bandiere che col tempo scemano sempre di più. Un tutt'uno che, ad oggi, scompare a ritmo di "giovane talento del Senegal" e "nuovo craque brasiliano" o anche di "erede di Maradona" e "la nuova promessa del calcio rumeno".

FIORENTINI CERCASI - Una premessa, onde evitare fraintendimenti. Questa è la società, così la vogliamo e così la accettiamo: eterogenea, mixata, multirazziale e con una sana tendenza all'accettazione di chi ha una storia diversa alle spalle. Il tutto, però, senza mai scordare le tradizioni e, soprattutto, le radici. Frase fatta? Forse. La battaglia, al cinque febbraio 2009 probabilmente persa in partenza, vuole che ci siano sempre coloro che sognano almeno un "fiorentino in Fiorentina".

TRACCE GIGLIATE IN SERIE A - Razzolando negli archivi del pallone nostrano, si scopre allora che in Serie A e B qualcosa della culla del Rinascimento c'è davvero. Marco Biagianti, ad esempio, condottiero del centrocampo del Catania, una vita passata in Curva Fiesole prima di spiccare il volo per altri lidi. Oppure Alessandro Agostini, terzino sinistro del Cagliari dei miracoli, nato e cresciuto a pochi chilometri da Firenze. Nella Reggina c'è Luca Vigiani, ma per lui il treno delle grandi occasioni è probabilmente già passato, così come per Lorenzo Stovini, ora al Catania, e per Gabriele Cioffi, centrale dell'Ascoli. Ma se per il successore di Frey, la pista Emiliano Viviano, fiorentino docg, è stata sondata solo di striscio, ad Empoli potrebbe esserci l'occasione per il difensore del futuro, con l'ormai ex primavera Gabriele Angella.

PRIMAVERA MULTIETNICA - Pochi nomi, è vero, ma anche il futuro sorride più a Brasile, Repubblica Ceca e Camerun che al Granducato. Perché la Primavera viola, che si promette di essere presto fucina di talenti e serbatoio di giovani prospetti per i "grandi", ha ben poco di biancogigliato. C'è il promettente terzino Samuele Bettoni, il jolly di centrocampo Matteo Calamai, il portierino Tommaso Strambi e, a pochi chilometri, Dario Fedi e Lorenzo Tafi.

PUNTARE SUL VIVAIO - E allora, la domanda sorge spontanea: sono così scarsi i fiorentini nella nobile arte del pallone, o forse è il caso di guardarsi più in casa e dintorni per costruire il capitano viola che verrà? Unico, piccolo, infinitesimale, appunto alla società gigliata.