VIOLAZZURRA
Il concetto di "italianizzazione" è sempre stato alla base della rifondazione della nuova Fiorentina. Una tesi sostenuta con forza dalla dirigenza fin dalla fine dello scorso campionato ("il nuovo tecnico sarà italiano" annunciò Pantaleo Corvino a maggio) ma che poi sul mercato, almeno fino a ieri, aveva avuto pochi riscontri. Dentro i vari Gaspar, Vitor Hugo, Zekhnini, Milenkovic, Veretout ed il corteggiatissimo Eysseric e fuori alcuni tra i titolarissimi, protagonisti dell'ultimo triennio viola. Nessun azzurro dunque. Una scelta che non è passata inosservata agli occhi dei tifosi viola ma che rischia nel giro dei prossimi giorni di essere capovolta. Con l'arrivo di Benassi infatti, salgono in tutto a cinque gli italiani che sulla carta saranno i nuovi titolari della Fiorentina di Pioli (il sesto e forse il più importante).
E potrebbe non essere finita qui, con il nome di Politano del Sassuolo che resta in cima alla lista del dg viola per il rush finale di mercato. Al di là infatti di Chiesa ed Astori (protagonisti già nella Viola di Sousa), ai nastri di partenza saranno certi della maglia da titolare anche lo stesso Benassi, Saponara (ai box, ma pronto a tornare dal 1' ad inizio settembre) e Sportiello: tre italiani che prenderanno il posto di un rumeno (Tatarusanu), uno sloveno (Ilicic) e per il momento di uno spagnolo (Tello), con la variabile impazzita Badelj (croato) ancora tutta da definire.
Rispetto dunque ad una delle ultime Fiorentina che ha chiuso lo scorso campionato (col rumoroso k.o. di Napoli per 4-1 alla penultima giornata), dove in campo c'era appena un italiano (Bernardeschi, con Chiesa in panchina), quella che si presenterà ai nastri di partenza tra un paio di settimane sarà una Viola profondamente ristrutturata e con una forte connotazione azzurra, con quasi il 50% dei protagonisti in campo nati nel Bel Paese. Una vera manna dal cielo per Pioli ed il suo staff, che fin dal ritiro estivo di Moena hanno scelto di rispolverare l'utilizzo dell'italiano durante gli allenamenti per dare istruzioni ai calciatori (sia con Montella che con Sousa era stato privilegiato lo spagnolo, complice il massiccio blocco ispanico della rosa), obbligando dunque tutti i calciatori stranieri ad imparare in fretta la nostra lingua.